IMPRUNETA – La poesia è l’arte di esprimere l’ineffabile, di catturare emozioni sfuggenti e di dipingere con le parole i paesaggi dell’anima umana.
In Toscana, all’Impruneta, una delle celebrazioni più prestigiose di questa forma d’arte è il premio nazionale di poesia “Mario Gori”, dedicato a onorare la memoria e l’eredità di uno dei più grandi poeti contemporanei d’Italia, Mario Gori.
Sabato 14 ottrobre presso il Loggiato del Pellegrino, in piazza Buondelmonti, si è svolta la cerimonia di consegna degli attestati della 21esima edizione del premio, organizzato dall’associazione Ferdinando Paolieri: sono intervenuti, insieme a Manola Viti, presidente dell’associazione, il sindaco Riccardo Lazzerini, l’assessora Lara Fabbrizzi, il consigliere regionale Massimiliano Pescini.
Il premio nazionale di poesia “Mario Gori” è stato istituito per onorare l’eredità di questo grande poeta e per promuovere la poesia come forma d’arte.
La giuria del premio è composta da esperti del settore letterario e poeti di fama internazionale, che valutano le opere in base alla loro originalità, profondità e capacità di emozionare il lettore.
Poeti e opere primi classificati
Elena Nuti (San Piero a Sieve – FI) – Figlia dell’amore, Il Graffio, L’ultimo Sogno.
Andreina Solari (Chiavari – GE) – Radici, L’ultima canzone, La casa del tempo.
Franco Casadei – (Cesena – FC) La poesia è in volo, Notturno, Un mondo senza vento.
Nel corso della premiazione, le poesie premiate sono state lette dagli studenti del laboratorio teatrale “Vieniteloracconto” di Tavarnuzze seguiti da Massimo Mattioli, docente di Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Firenze.
“Prendere carta e penna – dichiara la presidente di giuria, Grazia Finocchiaro – è un grande stimolo a sviluppare le proprie idee, non importa se possano apparire parole buffe, senza senso, ma cancellare e riscrivere, una dieci volte, alla fine ci possiamo trovare con dei versi di senso compiuto. L’obbiettivo della poesia è quello di lasciare un’impronta di rilievo sul foglio, ma soprattutto smuovere emozioni nel lettore”.
“Il premio – dichiarano Riccardo Lazzerini e Lara Fabbrizzi – non è solo un riconoscimento delle migliori voci poetiche, ma anche un momento di riflessione sulla poesia come mezzo di espressione e come forma d’arte in evoluzione”.
“Ringraziamo la presidente Manola Viti e tutto il direttivo di questa fantastica associazione – concludono – che nei prossimi mesi saprà rinnovare il suo impegno per la nostra comunità anche grazie all’apertura del museo Ferdinando Paolieri, che nascerà nello spazio della Pagoda”.
Mario Gori
Mario Gori, nato Mario Di Pasquale, figlio di Salvatore e Maria Arca, prese come pseudonimo il cognome “Gori” in onore dell’anarchico toscano Pietro Gori che era nato, a causa del lavoro del padre, a Messina.
In Toscana (a Pisa), terra che ha amato molto, dopo la sua Sicilia, ha compiuto una parte dei suoi studi in medicina; abbandonati, poi, per dedicarsi interamente alla sua amata Poesia.
Uomo colto, giusto e buono chi ha lasciato numerose opere e pubblicazioni di altissimo valore poetico, riconosciuto in tutta Italia.
Ha diretto e fondato alcune delle più importanti riviste letterarie siciliane, tra le sue raccolte liriche, ci piace ricordare le più significative: Germogli, Ogni jornu ca passa, e Un garofano rosso.
La sua intensa vita terrena e culturale si è conclusa prematuramente nel dicembre del 1970.
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