IMPRUNETA – "Continua a non portare fortuna al Comune di Impruneta la scelta politica di trasformare in edificabili terreni di proprietà comunale (aree agricole ed a verde pubblico), previa apposita variante urbanistica, per poi poterli mettere in vendita".
Lo dicono i Verdi per Impruneta che, sottolineano, "stavolta a confermare la regola della “malsorte” è il lotto di terreno agricolo lungo la nuova circonvallazione di Impruneta, reso edificabile dal Comune, le cui offerte d'acquisto dovevano pervenire entro il 12 settembre. Risultato: offerte nessuna. “Asta deserta”. E' l'occasione per rivedere questa decisione e pensare invece ad un uso diretto di quei terreni per la comunità".
"Nel luglio scorso – spiegano i Verdi – il Comune di Impruneta aveva infatti pubblicato l'avviso d'asta per la vendita di un lotto di terreno di sua proprietà, compreso tra il parcheggio di via Roma e la sottostante circonvallazione, che poteva essere utilizzato ai fini edificatori "per l'intera potenzialità edificatoria indicata nelle schede del regolamento Urbanistico": 1.800 metricubi (circa 6 appartamenti da 100 metriquadrati): il tutto per un importo a base d'asta è di 395.000 euro".
"Nelle scorse settimane – continuano – arriva però la prima “malasorte”. Il Parlamento approva il cosiddetto “Decreto del fare”, in cui (su emendamento del Governo) introduce una norma (palesemente incostituzionale, secondo noi) la quale stabilisce che in caso di alienazione di immobili di proprietà dei Comuni, il 10% delle risorse nette derivanti dalla vendita "venga destinato al fondo di ammortamento dei titoli di Stato". Nel caso di Impruneta avrebbe signficato, se la vendita del lotto di terreno fosse riuscita, che una cifra attorno ai 40.000 euro sarebbero finita direttamente nelle casse statali anziché in quelle comunali".
"Adesso con l'asta andata deserta – dichiarano i Verdi per Impruneta – il nuovo consiglio comunale potrebbe intraprendere per l'area in questione anche scelte diverse rispetto a quella ereditate dalla amministrazione precedente, applicando da subito una sorta di “moratoria” alla decisione di vendere quel terreno e valutare anche la possibilità di una sua diversa destinazione per finalità propriamente pubbliche".
"Un “utilizzo a diretto uso della comunità” – concludono i Verdi – tra cui, ad esempio, quello di poter dare una sede definitiva al rione del Pallò, considerato che quella “provvisoria” attuale, posta fuori dal paese, raggiungibile solo con mezzi privati, non dispone di necessarie ed adegate aree di sosta per i mezzi di trasporto privato".
di Redazione
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