IMPRUNETA – E' stata tirata in ballo da più parti per la gestione del consiglio comunale aperto di lunedì 5 maggio, in cui si è discusso il futuro delle strutture scolastiche imprunetine.
Lillian Kraft, presidente del consiglio comunale, adesso vuol dire la sua: "Il consiglio comunale del 5 maggio è stato quel che talvolta rischia di diventare una riunione con circa duecento persone a cui è stata data la possibilità di dare sfogo alla propria insoddisfazione e ai propri dubbi".
Ovvero, dice Kraft, "una vociante, caotica e incontrollabile assemblea, durante la quale chi ha osato esprimere pareri diversi (Stefano Bellacci) è stato ricoperto dai fischi. O, peggio, come il vice capogruppo del Pd Milo Messeri a cui è stato semplicemente impedito di parlare".
"Siamo ben lontani dalla definizione di "mormorio di disappunto" del pubblico – specifica Kraft – di cui parla Il Coraggio di Cambiare. Del resto anche sul Gazzettino del Chianti si è descritto il clima per il quale io, come presidente del consiglio e in base al Regolamento, che il consigliere Sandro Bressi (del CDC, che protesta perché non è stato fatto intervenire, n.d.r.) dovrebbe conoscere, avrei dovuto, e non solo potuto, interrompere la seduta ben prima di quanto ho fatto, visto che i miei ripetuti appelli alla calma e al rispetto delle persone che intervenivano e delle diverse opinioni cadevano nel vuoto".
Cita articoli e commi del Regolamento del consiglio comunale Kraft, ma anche "le modalità tassative della discussione di questa specifica seduta (controfirmate da Riccardo Lazzerini in conferenza capigruppo e inviate a tutti i consiglieri, affisse all’ingresso della sala e riportate verbalmente da me in apertura di seduta) che distinguevano la parte dell’ascolto dei cittadini da quella degli interventi dei consiglieri".
"I cittadini hanno potuto esprimersi – rilancia Kraft – il consiglio ha ascoltato attento e rispettoso, ed io stessa ho consentito tre ulteriori interventi "fuori busta" (cioè, non iscritti preventivamente a parlare)".
"Niente di personale e massimo rispetto quindi per il consigliere Bressi – conclude – ma la prevaricazione, inqualificabile ed inaccettabile, nei confronti del consigliere Messeri è stata la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai colmo, e mi ha convinto a lasciare solo che il sindaco potesse rispondere alle domande, e poi chiudere definitivamente una brutta serata".
di Matteo Pucci
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