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lunedì 2 Ottobre 2023
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    Via Cavalleggeri, retromarcia: “Dopo i lavori torneranno ad essere degli uffici pubblici”

    Consiglio comunale aperto infuocato. Trasferimento Urp e spostamento a Tavarnuzze di altri uffici: parola ai cittadini

    IMPRUNETA – Si è tenuto nel pomeriggio di martedì 19 luglio il consiglio comunale aperto a Impruneta, riguardante l'annunciata chiusura degli uffici comunali Urp in via Cavalleggeri.

     

    Da tempo l'annuncia di questa chiusura, con un trasferimento "a catena" di uffici comunali, che vedrebbe alcuni di questi (scuola e sociale in particolare) "scivolare" a Tavarnuzze, ha suscitato la frustrazione e la rabbia di molti. Che ha portato alla nascita di un Comitato e alla richiesta di indire un consiglio comunale aperto.

     

    Esordisce il sindaco Alessio Calamandrei, affermando come “l’ordine del giorno non sia la chiusura degli uffici, ma il trasferimento a causa di alcuni lavori, cosa ben diversa”.

     

    “Il trasferimento fudiscusso il 19 gennaio 2016 in giunta, in seguito a delle note da parte dell’Asl – spiega – Successivamente, il 17 marzo è stata fatta una commissione congiunta, all’interno della quale non venne fuori alcun risentimento, da far pensare alla necessità di un consiglio comunale aperto…” conclude, passando la parola ai cittadini.

     

    Poi, parola ai cittadini. Esordisce Massimo Bandinelli, ricordando come la campagna elettorale del sindaco fosse basata sulla trasparenza ma “di trasparenza ve ne è poca.” Conclude affermando che forse non è un caso che “tutti gli uffici vengano spostati a Tavarnuzze, visto peraltro che la giunta stessa è quasi interamente tavarnuzzina.”

     

    La parola passa a Gabriele Franchi che imperterrito mette in tavola cifre e numeri, chiedendosi se “sia logico chiudere un immobile acquistato sei anni fa che non sarà possibile vendere fino al 2037".

     

    "Si parla di razionalizzazione degli spazi – prosegue – ma di raziocinio e di logica non c’è traccia. Questa amministrazione è come un bimbo viziato: appena si stanca del giocattolo lo getta via” conclude riferendosi anche all’edificio di Via Roma.

     

    Anche Italo Mancini, sulla sia dei predecessori, critica fortemente l’amministrazione, e lo spreco del denaro pubblico.

     

    C’è chi poi come Elisabetta Manetti vorrebbe parlare con il responsabile dell’ufficio tecnico che… non è presente.

     

    Un altro interrogativo viene sollevato da Stefania Giusepponi: “Capisco la logica della razionalizzazione deglispazi, ciò che mi dispiace è quello che si sente di vociferare in paese:la scuola Paolieri come sede degli uffici. Un peccato dato che è stata ristrutturata per essere adibita a scuola”.

     

    Anche se gli interventi “prenotati” sono terminati, c’è chi vorrebbe prender parola senza essersi iscritto: ma le regole sono regole e vengono rifiutati gli interventi “extra”.

     

    Il rifiuto genera momenti di caos in sala consiliare: gli animi si accendono, molti cittadini minacciano di andarsene, esigono la garanzia che vi saranno assemblee aperte e confronti con i cittadini, così da spingere il consiglio a dare la parola ad altre due persone.

     

    Prende parola Maria Teresa Lombardini che critica fortemente l’amministrazione: “La banda è cambiata ma i sonatori sono sempre le stessi”.

     

    È il turno poi di Carla Pieraccini che va sul pragmatico “togliendo i servizi a Impruneta e inserendoli a Tavarnuzze, come faremo? Andare a Tavarnuzze ha un costo, oltre al disagio stesso del movimento: non sarebbe possibile avere glistessi servizi nel capoluogo e nella frazione?” domanda al sindaco.

     

    È il turno poi dei gruppi consiliari che hanno dieci minuti ciascuno: Sandro Bressi del Coraggio di Cambiare, Roberto Viti di Obiettivo Comune, Francesco Bianchi di M5S, Paolo Poggini del Pd.

     

    Riprende la parola il sindaco Calamandrei per rispondere agli interrogativi dei cittadini: “Nessuno ha mai parlato di vendita” ci tiene a sottolineare.

     

    Risponde anche affermando come la spesa del pubblico sia maggiore di quella privata, ma che faranno il possibile per contenerla, sottolineando anche il fatto che l’indebitamento del Comune sia sceso dai 21 milioni ai 16 in soli tre anni.

     

    Riferendosi alla necessità della chiusura, seppur momentanea, degli uffici in via Cavalleggeri  dichiara: “Noi non molliamo, così come non abbiamo mollato due anni fa per il trasferimento delle scuole. Noi ce la stiamo mettendo tutta, e continueremo a farlo.Confido nel fatto che, dopo i lavori, gli uffici in via Cavalleggeri saranno adibiti a uffici pubblici”.

     

    Con queste parole il consiglio aperto viene chiuso.

     

    di Costanza Masini

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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