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venerdì 29 Marzo 2024
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    Villaggio della Speranza: a gennaio parte un container con un impianto fotovoltaico

    E' l'occasione per far arrivare generi alimentari (e non). Vi raccontiamo il Villaggio e vi diciamo quello che serve

    IMPRUNETA – “Quando si sogna da soli è solamente un sogno, quando si sogna insieme è la realtà che comincia”.

     

    Queste parole sono riportate su un quadro appeso in una casa a 7 km da Dodoma, un villaggio nel cuore della Tanzania.

     

    Qui, nel 2000, è stato ideato il Villaggio della Speranza, per iniziativa, volontà, caparbietà di due missionari italiani, da molti anni ormai presenti in Tanzania, Suor Rosaria e Don Vincenzo, per affrontare una delle più grandi emergenze nei paesi africani, quella dell’AIDS.

     

     

    L’idea iniziale dei volontari era quella di creare un luogo dove accogliere i bambini orfani affetti dall’HIV, che molto spesso vengono abbandonati a causa della malattia e lasciati morire.

     

    Lo sviluppo della ricerca medica nel campo della cura dell’HIV, la possibilità di nutrirsi in maniera adeguata e condizioni igieniche ottimali hanno trasformato radicalmente il progetto iniziale.

     

    Nel 2000 Suor Rosaria acquista un’area di cinque ettari e i lavori di costruzione della prima casa di accoglienza, dove trascorrere le ultime settimane di vita, iniziano ben presto.

     

    Dalla costruzione della prima casa sono passati diciassette anni, e adesso all’interno del Villaggio della Speranza vi sono pozzi, le case per i volontari e gli operai, l’officina, la falegnameria, dei magazzini, la stalla per le mucche, per i maiali, il pollaio e la conigliera, la scuola materna, primaria e secondaria, la biblioteca, la lavanderia, la chiesa, la cucina centralizzata, il consultorio, la maternità, e molti altri servizi ancora.

     

     

    Tutti questi interventi e costruzioni sono stati tesi a rendere autosufficiente la struttura in tutte le sue articolazioni: dalla prima accoglienza dei bambini al villaggio, alla sistemazione nelle case famiglia, alla scolarizzazione, fino all’assistenza estesa all’esterno e alla maternità sicura.

     

    Tra le diverse attività, una nota a parte merita il forno e il caseificio, che oltre a produrre gratuitamente per gli abitanti del villaggio, vende i propri prodotti anche ai negozi, supermercati, ed istituti della zona circostante, garantendo crescenti introiti.

     

    Per questo motivo è in partenza il prossimo mese un impianto fotovoltaico di 50 kW da porre sopra l’edificio comune del panificio e del caseificio, per abbattere i costi dell’energia, che attualmente sono i più alti.

     

     

    Il container con questo impianto partirà il prossimo mese, e per l’occasione i volontari invitano tutti coloro che volessero aiutare e partecipare, a far pervenire i seguenti prodotti entro e non oltre il 25 gennaio 2018.

     

    Sono ammessi solo i seguenti generi alimentari: pasta corta (esclusivamente fusilli, sedani o penne), tonno in scatola e pomodori pelati in scatola. Saranno graditi anche vestiti in buone condizioni per i neonati e bambini fino agli 8 anni, e libri, esclusivamente in lingua inglese.

     

    Per ulteriori informazioni contattare Fiorella 3335393472, Stefano 3281767324, Cristiana 3384319987, Mauro 3486001927, Alessia 3477738856, Sabrina 3487967117.

     

    di Costanza Masini

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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