GREVE IN CHIANTI-IMPRUNETA – La proroga della cassa integrazione per il lavoratori del cotto delle manifatture Il Ferrone e Il Palagio (nel comune di Impruneta di proprietà del Gruppo Vivaterra, azienda con sede a pochi metri, nel comune di Greve in Chianti) terminerà a partire dal prossimo 23 settembre.
Un dramma per i lavoratori di imprese che, come dicono i consigliere provinciali di Rifondazione comunista Lorenzo Verdi e Andrea Calò (in foto sopra), "da molto tempo risentono della crisi economica e dei mercati".
E che, proseguono, "stanno giugendo alla drammatica fase del licenziamento delle maestranze. L’utilizzo degli ammortizzatori sociali accompagnato da un progressivo svuotamento degli organici e delle alte professionalità, che in questo settore sono indispensabili per affrontare un qualsiasi progetto di rilancio industriale, stanno portando alla perdita definitiva di uno dei prodotti più tipici e tradizionali della Toscana".
"Attualmente – sottolineando – rimangono 64 lavoratori nel gruppo Vivaterra e alla metà di questi è già stato comunicato l’imminente licenziamento. Ci sono ancora tre mesi per cercare un'alternativa ai licenziamenti. L'azienda ha fatto sapere che non è in condizione di ritirare i licenziamenti; ha proposto invece di alzare un po' la buonuscita per chi voglia licenziarsi volontariamente, una mancia se consideriamo l’impatto che può avere la perdita di un posto di lavoro su una famiglia".
"Gli hanno offerto – rincarano – 5.000 euro per togliere, in silenzio, anche il disturbo all’azienda di una brutta pubblicità".
Rifondazione comunista "di fronte ad una catastrofe annunciata", sottolinea "l’impotenza e il silenzio delle amministrazioni comunali di Impruneta e Greve, su cui insistono insediamenti produttivi storici, usati spesso come fiore all’occhiello dalle stesse amministrazioni locali. Un silenzio totale".
"I lavoratori del settore del cotto – dicono ancora Verdi e Calò – sono in cassa integrazione da molto tempo: riteniamo una grave mancanza che da parte delle istituzioni non abbiano composto un tavolo regionale e non abbiano istituito una cabina di regia sul comparto del cotto, insieme alla Provincia di Firenze e tutti i comuni del Chianti".
I due consiglieri provinciali sono un fiume in piena che si scaglia contro i Comuni di Greve in Chianti e Impruneta: "Da parte loro le amministrazioni comunali non hanno trovato in questi anni il tempo e la volontà politica di prevedere strumenti adeguati di rilancio del settore, magari condizionando le cave di estrazione delle terre di argilla di cui sono cessionarie-,e prevedere politiche di sostegno al lavoro, occupazione e salari".
E poi chiedono al presidente della Provincia Andrea Barducci di sapere "quanti sono i lavoratori che sono già coinvolti in processi di cassa integrazione e quanti saranno complessivamente i lavoratori che vedranno scadere gli ammortizzatori sociali nel 2013 sul settore del cotto nell’area del Chianti".
E ancora "cosa intende fare la Provincia di Firenze di fronte alla crisi del settore e se non ritiene di richiedere una cabina di regia coordinata dalla Regione Toscana con la partecipazione della Provincia di Firenze e tutti i Comuni interessati dell’area del Chianti al fine di ricomporre un tavolo per il rilancio strategico del settore manifatturiero del cotto tradizionale, predisponendo un apposito fondo anticrisi".
"Se non si ritiene – chiedono ancora – di intervenire attraverso i Comuni interessati alla regolamentazione delle concessioni per l’estrazione delle terre di argilla, materia prima indispensabile per la realizzazione di questi manufatti, vincolando le aziende alla lavorazione esclusiva sul territorio di estrazione.
"Altresì – concludono – chiediamo di sapere se l’amministrazione provinciale per quanto di sua competenza è stata interessata dalle organizzazioni sindacali per intervenire a sostegno dei lavoratori e chiediamo altresì di conoscere quali iniziative la Provincia di Firenze concretamente intende nell’immediato attivare, anche sul versante degli strumenti di sostegno al lavoro e redditi".
di Matteo Pucci
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