IMPRUNETA – Esplode di una gioia tutta verde la piazza di Impruneta attorno alle 19 di questa ultima domenica di settembre. Ovvero quando il sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei annuncia il rione vincitore della 93esima edizione della Festa dell'Uva.
Vince, appunto, il rione del Pallò con 59 punti. Al secondo posto il rione del Sant'Antonio con 45 punti. Terzo il rione delle Fornaci con 31 punti. Quarto e ultimo il rione delle Sante Marie per un solo punto in meno, 30.
Così alla terrazza dal palazzo comunale si affacciano il presidente Luca Gasparri e i rionali verdi, per una gioia mai come quest'anno tutta da ruggire.
LA VITTORIA DEL PALLO'
Vince con "Vite d'amore" il rione del Pallò. Vince portando in piazza il tema dell'amore omosessuale, quello fra Dioniso e Ampelo.
Vince con un carro pieno di colori, sempre in stile palloiano (ovvero non "roboante") ma rifinito in ogni suo dettaglio. Un carro che viene disposto in modo diverso dal solito allineamento a tre, con una parte centrale più avanzata. E un rimescolamento finale.
Vince (probabilmente) il rione del Pallò perché unisce a un bello spettacolo una tematica attuale e riesce a legarla al tema della vite e del vino.
Anche con qualche "trucco" ad effetto, come le spugne usate a un certo punto per "irrorare" le prime file (compresa quindi la giuria) da un inebriante profumo di vino.
L'annuncio della classifica finale
IL SECONDO POSTO DEL RIONE SANT'ANTONIO
Il rione bianco, grande favorito della vigilia viste le vittorie degli ultimi anni, entra in piazza con "L'inizio di una nuova era".
Lo fa con uno spettacolo di grandissimo effetto, di potenza e prepotenza (nel senso buono del termne). Con circa 400 persone in piazza. Coreografie di livello. Un bel carro con, al centro, una campana che nel finale diventa un fiore.
Una sfilata che, forse, ha nella sua forza anche la sua debolezza. Manca infatti un tema forte, che colpisca al cuore la giuria. La grande esibizione, probabilmente, non riesce a colmare questa difficoltà di fondo.
A fine serata si ha la sensazione che, forse, il rione bianco non abbia saputo cogliere i segnali lanciati dal secondo posto delle Fornaci dello scorso anno, con un carro-non carro e una sfilata basata tutta sull'emozione. E sul colpire la giuria con un tema importante.
FORNACI… TERZE
"C'era una volta… e non c'è più": questo il titolo della sfilata del rione delle Fornaci, che arrivavano in piazza dopo l'inaspettato e corroborante secondo posto dello scorso anno.
E in piazza il rione rosso va con una metafora abbastanza complessa, partendo da una popolazione che decide di stanziarsi su un colle argilloso.
Fra sacerdotesse, la Vittoria celebrata fino agli estremi, il finale amaro con la morte della Dea, lo spirito vivente di una grande vite.
A non scaldare il cuore della giuria probabilmente anche il carro delle Fornaci, forse la parte più debole in piazza.
La festa in piazza del rione del Pallò
SANTE MARIE QUARTE… CON UNA SCUOLA PER IMPRUNETA
Le Sante Marie arrivano quarte con "Viaggio al cuore di Impruneta". Un ultimo posto per un solo voto nei confronti delle Fornaci ma che, ovviamente, non può far felici i rionali di piazza Nova.
Che se la giocano sull'imprunetinità e sul rapporto fra scuola-Festa dell'Uva-identità. Creando un carro che è una nuova scuola per Impruneta (e mai come in questo caso il tema è legato all'attualità locale) e la intitolano al compianto presidentissimo Bruno Rustioni.
Ma sta forse proprio in questa "provincialità in positivo" anche il tallone d'Achille delle Sante Marie (che compongono anche due canzoni originali, con cantanti in piazza a band sul carro): un legame con l'iper local che stride un po' con la parte centrale dello spettacolo, fatta di effetti speciali, di ballerine su pertiche e cerchi.
E poi la pepita di rame, uno dei segni identitati di Impruneta. Per poi concludere con la super tradizione delle bottiglione di vino ad altezza carro.
Forse, vien da pensare, uno spettacolo fatto da due anime che difficilmente potevano fondersi assieme.
di Matteo Pucci
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