IMPRUNETA – Sesta vittoria nelle ultime otto edizioni della Festa dell’Uva: dal 2014 ad oggi, domenica 1 ottobre, il dominio del rione del Sant’Antonio è stato scalfito solo dalle due vittorie del Pallò (2015 e 2019) e dalle due edizioni saltate per Covid (2020 e 2021).
La vittoria di oggi è arrivata, forse, quando i rionali bianchi non la davano così per certa come in altre edizioni.
E anche il punteggio finale, che ha visto prevalere di soli due punti sul rione delle Fornaci, raccontano che si è giocato tutto sui minimi dettagli.
Chissà cosa avrà colpito in particolare i giurati: forse l’ingresso spettacolare della nave di Odisseo da via Mazzini.
O le coreografie, come sempre di alto livello e con un numero importante di rionali in piazza.
Fatto sta che Circe, donna sola, ferita nel profondo da tutti coloro che sempre l’hanno odiata perché diversa, ha fatto breccia nella giuria.
Circe che nel tempo impara a comprendere e perfezionare la sua arte magica, e ammalia gli uomini con un vino incantato, facendoli cadere in un sonno eterno.
Odisseoche sfugge all’incantesimo, e con il suo amore riesce a persuadere Circe della bontà dell’animo umano. Il vino come simbolo dell’amore e rinascita per il genere umano.
E per il rione bianco è vittoria. Di nuovo.
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