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sabato 20 Aprile 2024
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    L’Impruneta si è ritrovata per dire addio a questo ragazzo di nemmeno 17 anni

     

     

     

     

     

    Le campane della Basilica di Santa Maria all'Impruneta suonano a festa. Nessuno, nella folla di persone riunite in piazza Buondelmonti nel primo pomeriggio di venerdì 6 dicembre, può credere di trovarsi al funerale di un ragazzo di nemmeno 17 anni. Francesco Giani è morto così, all'improvviso, martedì 4 dicembre, per cause naturali. Non si è più svegliato.
     

    In tanti sono accorsi per salutarlo l'ultima volta: familiari, amici, compagni di classe, compagni del rione (il Sant'Antonio, che ha listato a lutto la sua pagina Facebook, come si vede nella foto sopra), semplici conoscenti, concittadini.

     

    Sul rione, dove quasi tutti hanno un soprannome, lo chiamavano "Harry Potter", forse per la sua somiglianza con il maghetto che ha costeggiato l'adolescenza di tanti. Anche quella di Francesco probabilmente.

     

    L'hanno accompagnato in processione, sotto un sole splendente e un cielo terso, per l'ultimo viaggio fino alla chiesa. Presenti anche rappresentanti delle istituzioni: assessori, consiglieri comunali, lo stesso sindaco Ida Beneforti.
     

    "Non facciamoci prendere da rabbie: chi vive il dolore nella dignità umana non ha bisogno di rabbia, ha bisogno di amore, ha bisogno di silenzio. Ha bisogno di incontrarsi con Dio. Questo è un incontro con Dio, un grande incontro con Dio», dice don Luigi Oropallo nella sua omelia, raccontando la dignità silenziosa dei genitori di Francesco.
     

    "Tu riuscivi a vedere la bellezza della vita nei suoi aspetti più semplici, cogliendone il significato profondo", dice un amico al termine della cerimonia, la voce incrinata dalla commozione. "Con questo sguardo, con il tuo sguardo, noi cercheremo di affrontare questo momento, sforzandoci di ricordarci di te senza malinconia ma con la voglia di tenere con noi il ragazzo con gli occhi azzurri come il cielo".
     

    Un altro ragazzo, compagno di tante partite di tennis, ne ricorda l'abilità e l'irrefrenabilità nel gioco: "Andavi veramente forte, correvi più veloce di tutti noi. Purtroppo questa volta hai corso troppo veloce e troppo lontano per poterti raggiungere".

    di Andrea Alfani

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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