IMPRUNETA – La banderuola seicentesca che ornava il Loggiato del Pellegrino fin dall’epoca della sua costruzione, e che era stata rimossa durante il recente restauro dell’edificio, sarà a breve riposizionata sul tetto.
Proprio lì, sul lato sinistro (con la Basilica alle spalle) di piazza Buondelmonti: dove ha svolto la sua semplice funzione per vari secoli.
Durante il restauro del Loggiato si è riscontrato come la banderuola originale in ferro battuto fosse in condizioni inservibili, ormai consumata dalla ruggine e dagli agenti atmosferici.
Rimossa dalla sua sede, è oggi visibile all’interno del salone ricavato all’interno del Loggiato.
Corrosa e consunta dal tempo, a malapena si può ancora distinguere la scritta traforata che la ornava: “OPA”, un’abbreviazione che indicava l’Opera di Santa Maria dell’Impruneta, un organismo laicale che si occupava della manutenzione della Basilica, degli edifici annessi e della loro gestione pratica.
Un’antica istituzione ecclesiastica comune a tutti i principali edifici religiosi: a Firenze c’era, e c’è tutt’ora, l’Opera del Duomo che si occupa della conservazione della Cattedrale.
Su interessamento di alcuni cittadini, fra cui la sempre attiva Maria Teresa Lombardini, e con il fattivo sostegno del sindaco Riccardo Lazzerini, una fedele copia della banderuola originale è stata realizzata e offerta gratuitamente dal maestro artigiano Emilio Puccioni, mentre monsignor Luigi Oropallo ha donato il piedistallo di pietra serena.
La Soprintendenza, tramite il prezioso intervento dell’architetto Emanuele Masiello, ha concesso il necessario nullaosta.
Manca quindi solo la materiale operazione di riposizionamento della banderuola, che si spera possa avvenire in tempi rapidi.
Storia
Ripercorriamo la storia di questa banderuola (e del Loggiato del Pellegrino) grazie a Maria Teresa Lombardini.
Nel corso del Seicento, all’Impruneta, l’Opera di Santa Maria si occupò della costruzione dei Loggiati dei Pellegrini, dando seguito al disegno granducale che prevedeva di trasformare l’antica piazza dell’Impruneta, da spazio aperto destinato allo svolgimento delle fiere a spazio concluso da portici, per l’accoglienza e il riparo dei Pellegrini, sul modello della brunelleschiana piazza della Santissima Annunziata.
Il giovane granduca Ferdinando Il aveva avviato questo progetto fin dal 1634. All’architetto di
corte Gherardo Silvani veniva affidato il compito di disegnare e realizzare il Loggiato che da allora definisce la facciata della Basilica.
Pur essendo in piena età barocca, quello propugnato dalla corte granducale e dal Silvani era un puro “stile toscano”, fedele alla tradizione rinascimentale, manieristicamente ampliato nelle proporzioni in chiave monumentale e celebrativa.
L’occasione fu il voto di gratitudine alla Madonna dell’Impruneta in occasione della peste del 1630, quella descritta dal Manzoni nei “Promessi sposi”.
Si riteneva che la Madonna avesse protetto la Città di Firenze e il suo territorio, limitando l’esposizione al contagio e riducendo i danni e i lutti che la pestilenza aveva provocato lungo tutta la Penisola, infuriando specie nell’Italia settentrionale al seguito delle milizie e delle guerre.
Disgrazie da cui la Toscana fu in gran parte risparmiata anche grazie all’avveduta politica medicea. La scritta che corre lungo la cornice del Loggiato del Silvani ricorda tutto ciò in eleganti caratteri capitali.
Negli anni seguenti, con ben più misera disponibilità di mezzi e con la dovuta deferenza rispetto alla committenza granducale, l’Opera di Santa Maria darà comunque compiutezza alla Piazza dell’Impruneta con l’edificazione dei Loggiati che ne costeggiano il lato meridionale.
Due edifici semplici e funzionali, che definiscono ancora oggi una sorta di pendant rurale e
semplificato della fiorentina piazza della Santissima Annunziata.
Uno spazio attrezzato antistante il Santuario, che replica un classico modello urbanistico, funzionale, simbolico e decorativo.
A differenza del modello fiorentino, i Loggiati laterali imprunetini sono di ben più limitato impegno artistico, privi di colonnato e di elementi decorativi anche minimi.
Solo la banderuola abbelliva questi semplici edifici, unico essenziale ornamento posto sulla sommità del tetto, a segnalare agli Imprunetini la direzione del vento e a ricordare un’antica istituzione ormai scomparsa.
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