La rinascita Viola arriva dopo due anni di limbo. Via tutti, o quasi, i responsabili del recente disastro. Dirigenti giovani nuovi di zecca, rosa rivoltata come un guanto, proprietà tornata in prima linea. E la domenica, gli undici in campo che ci fanno invidiare da tutta Italia.
Guidati dall’impeccabile Vincenzo Montella, sono arrivati a varcare le porte della zona Champions. Come si usa a Firenze, città calcisticamente bipolare, le voci che pochi mesi fa parlavano di serie B ora sussurrano la parola scudetto, giusto per rendere l’idea della temperatura. Che può salire ancora: basta scendere di uno scalino ed ecco l’altro miracolo.
La squadra Primavera, prima in classifica con 9 vittorie su undici gare, di cui sette consecutive che hanno fatto spiccare il volo. Ciliegina, otto punti di vantaggio sulla Juventus, seconda con una gara da recuperare. Un successo che in numeri supera addirittura quello della prima squadra, con cui ha qualche analogia.
A partire da Leonardo Semplici, tavarnuzzino, mister carismatico ma mai sopra le righe, proprio come Montella, secondo lo stile voluto dai Della Valle. Lo troviamo una mattina, bloccato a letto dai malanni di stagione. Ma ben disponibile a parlare del felice momento dei suoi ragazzi.
Dove sta il segreto, mister?
"Sono proprio loro il segreto, insieme alla società che li ha scelti. Da quest’anno abbiamo adottato una politica nuova, promuovendo in prima squadra elementi molto giovani, diversi dei quali avrebbero l’età per giocare fra gli allievi. Si rischia sul piano della fisicità, a quell’età due-tre anni di differenza si vedono, ma si guadagna molto in stimoli ed entusiasmo. Finora sta andando molto bene, con una rosa dall’età media di diciassette anni, in cui molti giocano insieme dai Giovanissimi».
Viene in mente il modello Barcellona. Si fanno crescere i gruppi provenienti dal vivaio, mentre i Primavera degli ultimi due anni vanno in giro per l’Italia fra serie B e Lega Pro a cercare la ribalta. Chi sta mantenendo le aspettative e chi no?
"In diversi se la stanno cavando bene, mi vengono in mente Iemmello a Vercelli, o Agyei e Acosty alla Juve Stabia. Un po’ indietro mi sembra essere Carraro, che non ho mai allenato ma conoscevo come un ragazzo pieno di talento".
Tornando in casa nostra, per la Fiorentina sono trent’anni esatti dall’ultimo titolo primavera. Ci ha pensato?
"La strada iniziata è ottima, non si può negare. Ora dovremo mantenere il ritmo in campionato e nel prossimo febbraio far bene al torneo di Viareggio, competizione che negli ultimi anni ci ha visti protagonisti. I ragazzi sono giovani ma maturi, riescono a tenere i piedi per terra nonostante l’exploit sul campo e la celebrità arrivata con il programma di Mtv che li segue da inizio stagione. Se proseguono con questo approccio, potranno togliersi diverse soddisfazioni».
Le faccio due nomi, Camporese e Zohore.
"Michele è ormai lanciato sui grandi palcoscenici, e quando guarirà dall’infortunio sarà utile alla prima squadra. Kenneth è arrivato a gennaio, entrando subito nella mischia a Viareggio. Ha avuto un ambientamento difficile all’inizio, ma sta crescendo bene, lo aspettiamo".
Prima di salutarci, due parole sulla “sua” Impruneta-Tavarnuzze.
"La seguo sempre, ci gioca anche mio figlio. Anche lì hanno lavorato bene, ristrutturando il settore giovanile, che in diverse categorie sta primeggiando. La prima squadra deve ancora ingranare ma le prospettive ci sono tutte".
di Leonardo Pasquinelli
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