IMPRUNETA – Un modo splendido per celebrare i 20 anni di attività. Che racconta molto anche di chi conduce l’azienda.
La Torresi Scavi di Impruneta, con Simone e Lorenzo Torresi, ha infatti deciso di festeggiare i suei primi due decenni con un “regalo” a dir poco speciale.
Ce lo racconta lo stesso Simone Torresi: “Seguiamo da tempo le attività di Caterina Bellandi, Zia Caterina, con il suo Taxi Milano 25. La ammiriamo molto per tutto quello che fa a sostegno di bambini e famiglie, e abbiamo pensato di dare il nostro piccolo contributo”.
All’inizio l’idea era quella di una donazione in denaro, “ma parlando con la stessa Zia Caterina – prosegue Torresi – è venuta fuori un’idea che ci piace ancora di più”.
La Torresi Scavi infatti si occuperà di sistemare il giardino della “Tana dei Super Eroi”, la casa aperta… al mondo che Zia Caterina sta realizzando in quella che è la sua abitazione, a Ponte a Niccheri.
A spiegarcelo è la stessa Zia Caterina: “E’ la casa dove vivevo con mia mamma – inizia – una colonica che avevamo affittato, in parte, per mantenerla”.
“La morte di mia mamma – prosegue – ormai un anno fa, per me è stata un colpo durissimo (mio padre non c’era già più), così come lo fu la scomparsa di Stefano 22 anni fa”.
“I lutti sono sempre importanti – tiene a dire – a ogni età. E questa è la casa dove ho vissuto con lei negli ultimi 20 anni, in cui tutto parla di lei. Così, come feci con Stefano, salendo sul taxi rendendolo un mondo di amore, ho pensato di fare la stessa cosa con la casa”.
“E’ una proprietà che per me è bellissima – dice, con tutta la generosità e la fede che la contraddistinguono – e che vorrei diventasse un luogo di accoglienza. In un appartamento abbiamo già aperto la Tana dei Super Eroi, confinante a dove vivo io”.
“Poi – racconta ancora – ci sono altre aree che possiamo rendere abitate: e l’idea è quella di renderla sempre più un luogo di incontro, di eventi, iniziative, dove si viene… a trovare la zia,a passare ore spensierate”.
Poi, appunto, c’è il giardino: “Sarebbe meraviglioso metterlo a posto: con una casina, gonfiabili, magari una piccola piscina. Attorno al Meyer ci sono tante strutture di accoglienza, ma funzionali a una situazione di cura: questo potrebbe essere un luogo di svago, di stacco dall’ospedale”.
Tornando al giardino, ci dice Zia Caterina raccontandoci l’incontro con la Torresi Scavi, “c’è parecchio spazio, un po’ in discesa. Avevo bisogno di qualcuno che mi desse una mano: a me non interessano i soldi, ma persone che mi aiutino”.
“Questo – aggiunge – deve essere un luogo dove le persone piantano un dolore e lo fanno diventare un fiore o un albero: quindi, è aperto anche a tutti coloro che possono dare una mano”.
“E’ essenziale volgere in positivo il disagio – conclude Zia Caterina – la sofferenza e la mancanza in colori e profumi. Abbiamo un sogno da far germogliare: con persone che ci credono”.
E la Torresi Scavi ha deciso di fare la sua parte, celebrando così al meglio i suoi primi 20 anni di attività.
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