IMPRUNETA – Il maxi rimpasto di giunta messo in atto a fine giugno dal sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei non ha certo sopito le polemiche all'interno del Partito democratico di Impruneta. Tutt'altro.
A questo proposito riceviamo e pubblichiamo la lunga lettera aperta dell'imprunetino Giovanni Burgassi.
Nell'assoluto silenzio del partito e del sindaco che espone tutti alle critiche delle opposizioni e dal momento che nonostante le mie, e non solo mie, insistenti richieste non si è ritenuto di affrontare questo difficile momento della vita dell'amministrazione nelle sedi istituzionali, proprie della vita democratica di un partito, mi vedo costretto dalla lealtà nei confronti di tanti amici a rompere il silenzio che mi ero imposto e a esprimere la mia posizione su una vicenda che mi ha indignato come cittadino, come iscritto e come dirigente del Pd imprunetino.
Nel 2013 Joele Risaliti con l'irruenza della sua età si autocandidò alle primarie che dovevano portare alle elezioni del Sindaco di Impruneta. A lui gran parte della storica classe dirigente, compreso il sindaco uscente Beneforti, contrappose Marco Pistolesi che ne era in pratica il delfino designato il rappresentante della continuità amministrativa.
Con spirito donchisciottesco visto la disparita' delle forze in campo insieme a un gruppo di amici che avvertivano la debolezza della candidatura Pistolesi nei confronti di un arrembante Lazzerini ,decisi di appoggiare Joele nella sua sfida.
Nacque nell'occasione con lo stesso spirito di rottura nei confronti del passato anche la candidatura di Alessio Calamandrei sostenuta fra gli altri dall'attuale Segretario dell’Unione Comunale Stefano Bellacci.
I due gruppi si resero conto, ben presto, che due candidature contrapposte a quella di Pistolesi non avevano nessuna speranza di vittoria.
Dopo vari incontri, pur non troppo convinti, considerata pero' la giovinezza di Joele e la sua totale inesperienza amministrativa, concordammo con il gruppo Bellacci-Calamandrei un patto di legislatura in caso di ipotetica vittoria che dava a Alessio il ruolo di candidato Sindaco e a Joele quello di Vicesindaco in maniera che potesse farsi le ossa all'interno della macchina comunale.
Joele si ritirò dalla corsa spendendosi però con il massimo impegno per la vittoria di Alessio , sostenuto da tutti noi che mettemmo la faccia a garanzia dell'accordo con tutti gli amici e conoscenti che potevano essere nostri elettori.
Ricordiamo tutti come con grande sorpresa, ma confermando la nostra intuizione, i cittadini preferirono chi si presentava come nuovo rispetto a una stagnante continuità ed è inutile dire che la sconfitta non fu digerita bene e che il principale bersaglio del rancore divenne Joele che con la sua mossa a sorpresa e con i suoi voti aveva consentito la vittoria di Alessio Calamandrei.
Mi pare giusto dire quindi che il sindaco non sarebbe sindaco senza quei voti e quel patto e che rompendolo senza motivo si è trasformato automaticamente in un sindaco abusivo, in quanto eletto con voti non suoi e che gli sono arrivati solo in grazia dell'accordo con Joele.
La legislatura nacque con un vizio, però, perché insieme a un bel gruppo di giovani che si erano avvicinati alla politica soprattutto per la freschezza di Joele, con il desiderio di rinnovare e di scuotere la sonnolenta amministrazione del nostro comune, il gruppo di Pistolesi riuscì a far eleggere un numero di consiglieri sufficiente a essere determinanti per la maggioranza in consiglio.
Tutti ricordiamo le polemiche interne, le assenze e le dure dichiarazioni pubbliche nei confronti della giunta che tante volte hanno fatto fare pessime figure al partito e al sindaco stesso.
Viste le difficoltà, stanco della guerriglia strisciante Bellacci diventato, anche con i voti del gruppo Joele, Segretario dell'Unione Comunale di Impruneta, scrisse una specie di ultimatum nel quale richiedeva, anzi, pretendeva, pena le sue dimissioni, fra molte altre cose anche una sostituzione degli assessori che non funzionavano e che per parere largamente diffuso erano proprio quelli scelti direttamente , non senza qualche polemica, proprio dal sindaco.
Quindi Bellacci richiedeva e richiamava al partito e ai suoi organi la responsabilità della valutazione politico amministrativa.
Con mia grande sorpresa, a metà aprile, mi trovai invitato, da Bellacci, a una riunione semi-carbonara di un gruppo di sostenitori delle primarie di Alessio , e fui messo di fronte a una proposta alla quale il Segretario, senza nessuna valutazione nelle opportune sedi, aveva intensamente lavorato prevedendo la sostituzione di Joele con Marco Pistolesi, per la quale si chiedeva semplicemente l'avallo .
Alla mia argomentata reazione negativa ribadita in una mail il giorno seguente, che allego, Bellacci affermò che se non c'era accordo non sarebbe andato avanti. Alla mia richiesta di incontro e di riunione degli organi del partito rispose che visto la posizione mia e del gruppo di amici che rappresentavo aveva passato la palla al sindaco.
Chiesi allora un incontro ad Alessio il quale mi concesse qualche minuto e al quale ribadii le ragioni della mia posizione e la richiesta pressante di non procedere prima di un passaggio interno al partito vista la ampiezza e la gravità del cambiamento che si prospettava.
Nel frattempo, Bellacci, lungi dal disinteressarsi, come mi aveva scritto, della questione si impegnava in incontri e consultazioni, privati, tutti volti a quello che era, si capì alla fine, il vero obbiettivo di tutta la messinscena, e che era stato dissimulato fino in fondo anche e proprio ai sostenitori più leali del sindaco e della Giunta cioè far fuori Joele, colui che grazie al suo impegno stava ottenendo i pochi risultati positivi della amministrazione.
In fondo una operazione di bassa macelleria politica stile prima repubblica mascherata da interessi di partito. E quale clamoroso voltafaccia da parte di chi aveva sventolato a tutto spiano il vessillo della "partecipazione"!
Da qui la mia rabbia e la pena
Rabbia per un partito nel quale è stata negata ogni forma di democrazia interna;
Rabbia per un partito che tradisce il patto elettorale con i cittadini;
Rabbia per un partito che sacrifica e umilia un giovane che si è dedicato con entusiasmo e passione al suo lavoro nell'interesse del paese e che rappresenta una delle poche risorse nuove che si sono presentate;
Rabbia infine perché viene premiato chi si è comportato slealmente.
E pena.
Pena per un partito che non trova un minimo di spina dorsale per reclamare il suo ruolo;
Pena per un segretario che mistifica, dissimula e sfugge al confronto e alle analisi mettendo con un atto di arrogante debolezza gli iscritti davanti al fatto compiuto
Pena per un sindaco che non ha avuto neanche il coraggio di parlare con i suoi assessori e che a dimostrazione di una sfacciataggine e di una strafottenza unica, nei confronti anche di chi lo ha fatto eleggere e lo ha sostenuto lealmente, ha licenziato la vecchia e nominato la nuova Giunta solo poche ore prima della riunione di partito che ne doveva discutere, riunione più volte annunciata e fatta slittare e poi, casualmente certo, convocata il giorno della fiaccolata di Tavarnuzze e quindi sostanzialmente abortita;
Pena per un sindaco che di fronte al mancato raggiungimento degli obbiettivi con tanta sicurezza annunciati non trova di meglio che identificare quattro capri espiatori pensando di pararsi così il culo.
Pena per un sindaco che non sa rispondere a tre semplici domande poste pubblicamente da un cittadino se non con insolenze private.
E allora vediamo il risultato di questa operazione spacciata nell’interesse del partito e della amministrazione per il raggiungimento di non meglio identificati obbiettivi di fine legislatura dei quali peraltro nessuno ha discusso (e quindi decisi da chi?) e che andrebbero almeno preceduti da una valutazione di quello che è stato realizzato fino ad ora del programma iniziale. Siamo di fronte a un sindaco, abusivo , che in crisi di popolarità si fa vedere ovunque e potrebbe tranquillamente essere l'assessore alle varie ed eventuali.
Viene promosso vicesindaco l'assessore al bilancio, unico superstite, che certo non dato buona prova di sé durante lo sciopero dei dipendenti e che ha presentato a distanza di pochi giorni prima un previsionale con 500 mila euro di avanzo e poi uno con un buco di 1.200.000 euro, che non è riuscito a rispondere alle (motivate? Neanche di questo si è potuto discutere) accuse della dimissionaria Buccioni che ci ha fatto impegnare tutto o quasi il bilancio nel progetto scuole senza dire che non bastavano i soldi e che a pochi mesi dall'approvazione del bilancio sta per presentare una variazione di 6/700 mila euro (se ne discuterà questa volta ?).
Viene riesumata, ed entra in Giunta come unica rappresentante della componente di sinistra del PD ,come si definisce su Facebook, nel nome degli equilibri interni Lillian Kraft che in questi giorni viene portata in giro dal nostro sindaco abusivo come una madonnina e che in tutte le foto sembra dire " ma che ci faccio io qui?" e invece sarebbe meglio lo sapesse dal momento che a dicembre finirà la gestione associata con Bagno a Ripoli …(conseguenze ?), a lei saranno ridati i soldi che erano stati tolti a Buccioni?
New entry sconosciuta assessore ai lavori pubblici e manutenzioni per tener buoni i socialisti che, imposta da Firenze ma proveniente da tutt'altra zona ,del territorio e delle sue esigenze sa naturalmente ben poco e che forse, se va bene…, riuscirà a completare qualcosa del lavoro impostato da Joele con risorse limitatissime.
Altro nuovo ingresso l'architetto Vallerini persona preparata che ha voglia di lavorare per il paese a partire dalla revisione del piano strutturale (ne discuteremo nel partito?), peccato che non abbia risorse per nessun tipo di incarico e che penso si troverà nell'impossibilità di fare qualcosa visto anche il tempo limitato (meno di due anni).
Dell'altro assessore non so nulla… Corsi. con una straordinaria e se permettete anche un po' ironica e surreale delega alla partecipazione e comunicazione!
Alla fine una operazione che lascia per la prima volta nella storia il capoluogo senza rappresentanza politica, e lo dico non per spirito campanilistico ma con sincera preoccupazione.
Certo è singolare che si sia deliberatamente tenuto il circolo di Impruneta, presidiato dal fedelissimo Giovanni Poggini, inattivo e che si siano tolti gli unici rappresentati imprunetini (Joele e Buccioni), mossa che espone il partito alla perdita di rappresentanza nel capoluogo, tra l’altro già provato dal trasferimento delle scuole e dalla chiusura paventata dell’ufficio scuola e sociale e in attesa della discussione sul trasferimento dell'URP.
Una operazione che rianima quello che il voto aveva indicato di voler superare ridando fiato alle idebeneforti agli angiolinifossati ai dinilotti e soprattutto riportando la politica di questo paese indietro di quindici anni.
Una parola infine per il segretario metropolitano, Fabio Incatasciato, che nonostante da me personalmente avvertito ha avallato e/o sponsorizzato l'operazione dimostrando di non aver capito, e mi pare non solo ad Impruneta, la situazione del partito ed espone lo stesso a una situazione simile a quella di Sesto, per scongiurare la quale deve far affidamento ora sul senso di responsabilità di un gruppo di persone escluse dalla vita politica e amministrativa , Joele in primis e i consiglieri che si erano espressi in maggioranza contro il suo siluramento.
I consiglieri comunali sono oggetto, pare, di pressanti inviti a restare al loro posto e non dimettersi. Anche io li invito a non farlo, a non gettare la spugna. Siate la dimostrazione che il Pd non è il partito delle cordelline.
Continuate ad essere la speranza, che animò le primarie, di una politica nuova. Non siete soli anche se fanno di tutto per deludervi sfiancarvi umiliarvi. Io e il mio gruppo di amici non ci stancheremo di appoggiare chi vorrà impersonare l'istanza di un modo nuovo di fare politica, quello nel quale si rispettano i patti con i cittadini o si va a casa.
Mentre scrivo queste note mi viene girata la relazioncina di Bellacci della pseudo riunione di Bagnolo
Un unico commento. Ha una straordinaria faccia di bronzo.
Vedremo se dopo essersi rimangiati gli impegni verbali si rimangerà anche quelli scritti di suo pugno.
di Redazione
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