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venerdì 29 Marzo 2024
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    Lettera di protesta contro la decisione presa per rispetto del digiuno contro la guerra in Siria

    IMPRUNETA – L'Ente Festa dell'Uva di Impruneta, in accordo con i quattro rioni e il proposto della Basilica di Santa Maria don Luigi Oropallo, ha deciso di rinviare la grande cena in piazza (clicca qui per leggere l'articolo), prevista per sabato 7 settembre, come forma di rispetto nei confronti dell'appello di Papa Francesco al digiuno e alla preghiera, proprio in quel giorno, contro la guerra in Siria.

     

    Una decisione che ha trovato d'accordo moltissimi (compresi noi del Gazzettino del Chianti). Ma che ha lasciato anche qualche scontento. Riceviamo e pubblichiamo, a questo proposito, l'intervento di un nostro lettore.

     

    "Cari amici del Gazzettino del Chianti, scrivo per la prima volta al vostro giornale carico di rabbia e delusione per quanto accaduto oggi all'Impruneta, ovvero per la decisione di spostare la tradizionale cena in piazza dei rioni per "rispettare" chi sceglierà il digiuno promosso da Papa Francesco al fine di scongiurare un intervento militare in Siria.

     

    Mi sento deluso e amareggiato a vari stadi, corrispondenti alle figure che rappresento scrivendo queste righe di protesta: mi sento deluso come rionale, per l'annullamento di un evento tanto atteso dal rione, con tutte le incognite che uno spostamento al sabato successivo può comportare.

     

    Mi sento deluso come imprunetino, dal momento che la cena in piazza è un momento importante e coinvolgente per tutta la comunità, al di là delle rivalità territoriali.

     

    Mi sento però deluso e soprattutto rabbioso come cittadino italiano, costretto ad assistere impotente all'ennesima interferenza della Chiesa nella vita pubblica. Il monito del Papa è stato subito raccolto da Monsignor Oropallo, che ha invitato i rioni ad annullare la cena: troppo in fretta e troppo servilmente a mio avviso questi hanno detto sì, ma trovo inaccettabile che le richieste e le esigenze della Chiesa trovino sempre la possibilità di prevalere, interferendo con faccende che non le competono.

     

    Ovviamente non stiamo parlando di fondamentali temi etici, né voglio far passare il messaggio che gli appuntamenti di una sagra paesana abbiano più rilevanza di un possibile conflitto bellico, tuttavia questa vicenda tangendomi direttamente mi ha dato la possibiità di riflettere su quanto in molti casi la definizione di Italia quale "Stato laico" vada a farsi benedire.

     

    Dove sono i piani distinti? Dove finiscono le libertà di alcuni e iniziano quelle di altri? Rimangono questi interrogativi, e ahimè la certezza che sabato la piazza sarà tristemente vuota: saranno rispettati i credenti forse, sicuramente non quelli come me, che non vedono alcun valore nella scelta del digiuno, e che dovranno a testa bassa vedere assecondati i voleri delle autorità religiose.

     

    Ci berremo su un bel bicchiere di vino, per rimanere in tema settembrino: almeno quello si spera non ce lo toglierà nessuno".

     

    Gabriele Franchi

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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