IMPRUNETA – Nell'area chiantigiana uno dei comuni in cui si guardava con maggiore attenzione all'esito della "pre-primarie" per l'indicazione del segretario nazionale, fra gli iscritti del Partito democratico, era senza dubbio quello di Impruneta.
Qui infatti si è votato nel maggio scorso per le elezioni amministrative, precedute da primarie molto accese fra Alessio Calamandrei (vincitore e poi sindaco) e Marco Pistolesi. Primarie che hanno lasciato molte divisioni all'interno dello stesso Pd, con il partito che, in maniera quasi totale, si era schierato con il candidato poi perdente.
Intanto, questi i risultati di domenica 17 novembre. A Impruneta Centro, i 42 votanti si sono distribuiti così: Renzi 27 – Cuperlo 13 – Civati 2 – Pittella 0. A Bagnolo, 27 votanti: Renzi 25 – Cuperlo 2 – Civati 0 – Pittella 0. A Tavarnuzze 37 votanti: Renzi 17 – Cuperlo 17 – Civati 2 – Pittella 1.
Il totale nel comune Impruneta parlava quindi di 106 votanti con questi risultati: Renzi 69 – Cuperlo 32 – Civati 4 – Pittella 1.
Risultati che sono stati subito commentati da Riccardo Lazzerini, capogruppo di opposizione in consiglio comunale per Il Coraggio di Cambiare e da tempo sostenitore della linea dei "due Pd" a Impruneta, ovvero di un partito ancora spaccato dalle primarie per il candidato sindaco.
"Se i congressi locali (Impruneta-Bagnolo-Tavarnuzze) emettono la stra-vittoria dei renziani – dice Lazzerini – gli organismi ufficiali (unione comunale) ed istituzionali (gruppo consiliare) non riflettono il volere della base votante ai congressi stessi".
"Se per il gruppo istituzionale – prosegue – l'asticella pende per i "cuperliani", non possiamo certo incolpare gli elettori del Pd che comunque il loro sindaco renziano lo hanno eletto ma, per quanto riguarda l'unione comunale, il discorso si fa diverso…".
"Uno strano patteggiamento – conclude Lazzerini – lo divide a metà tra renziani e cuperliani (o quasi), creando un pericoloso impallamento politico che rischia di "non decidere per decidere"… . Vedremo: ma le premesse ci parlano di una pericolosissima stasi politica, in perfetta continuità con una storia vecchia di decenni… speriamo bene".
di Matteo Pucci
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