NIZZANO (IMPRUNETA) – È un percorso a ostacoli quello che devono affrontare le persone che hanno sepolto i loro cari al cimitero di Nizzano, ad Impruneta.
Già la posizione non facilita le cose: il cimitero è collocato lungo la strada provinciale Imprunetana per Pozzolatico, proprio accanto al cantiere del rione del Pallò.
Per arrivare al cancello del cimitero è necessario percorrere una ripida discesa, che forse un tempo è stata asfaltata, ma che ora non è nient’altro che un sentiero fatto di buche, anche pericolose, e dossi naturali.
Ai lati di questa “strada” troviamo di tutto: bottiglie di vetro, pacchetti di sigarette vuoti, sacchetti di plastica, rifiuti di tutti i tipi; un paletto di delimitazione della stessa strada, caduto per cause naturali, ma più probabilmente sradicato e gettato via da qualcuno.
Insomma, solo raggiungere il cimitero è un’impresa vera e propria, specialmente per le persone anziane, che non possiedono più il vigore fisico e l’equilibrio di un tempo.
Appena entriamo all’interno del cimitero, nient’altro che un piccolo fazzoletto di terra coperto da cipressi altissimi; che lasciano per terra aghi e "frutti".
Più avanti, nascosto da un tronco di cipresso c’è Maurizio, intento a pulire. Ci racconta che tutte le settimane questo cimitero viene pulito, “ma solo il terreno, perché noi non possiamo toccare le tombe, al massimo possiamo fare delle segnalazioni al Comune o alla famiglia del defunto".
“Il problema di questo posto – prosegue – sono i cipressi: quando tira vento oppure piove il terreno si riempie di "gazzozzole" e diventa pericoloso”.
Maurizio lavora per la Cooperativa Sintesi, società che si è aggiudicata in appalto l’affidamento in concessione dei servizi cimiteriali comunali. Nove sono i cimiteri di cui si occupano nel comune: Impruneta, Tavarnuzze, Pozzolatico, Bagnolo, Le Rose, Quintole, San Gersolè, Nizzano, Colleramole/San Cristofano.
“Cerchiamo di fare il massimo e tenere sempre pulito almeno una volta a settimana siamo qui, ma purtroppo con le condizioni atmosferiche avverse non possiamo farci niente. Sto raccogliendo tutto quello che trovo nel terreno e che potrebbe essere pericoloso” prosegue armato di rastrello.
“Ma se dovesse continuare a piovere come questi ultimi giorni – ammette – la prossima settimana dovrò riniziare tutto da capo e le condizioni del luogo saranno identiche a quelle prima del mio arrivo".
Arriva poco dopo anche la coordinatrice della Cooperativa Sintesi, Michela Morello, che è venuta a dare un’occhiata per verificare le condizioni del luogo.
“Il cimitero non è in stato di degrado e abbandono – vuole sottolineare – l’unico problema sono i cipressi” dice confermando le parole di Maurizio.
“Lavoro da molto tempo in questo ambiente – vuole specificare – e posso garantire che cimiteri in degrado sono altri: erba alta quasi un metro, calcinacci residui di lavori, rifiuti sparsi. Qui non c’è niente di tutto questo. Per quanto riguarda i cipressi ce ne sono davvero troppi, piantati a meno di un metro gli uni dagli altri che rendono impraticabile, o comunque difficile, raggiungere anche la tomba di un proprio caro".
Guardandoci intorno le cose stanno effettivamente così: ci sono più di venti cipressi che svettano in alto, alcuni probabilmente piantati molto prima che il terreno fosse adibito a cimitero.
Le tombe sono vicine le une alle altre, e per arrivarci è necessario avventurarsi nel manto coperto di gazzozzole.
Sulla strada del ritorno incontriamo una signora anziana, intenta a scendere la ripida discesa a braccetto con una giovane donna.
Ci confida che prima veniva spesso a “trovare” sua sorella al cimitero, ma adesso le costa molto fatica: “Sono vecchia e le mie gambe non sono più quelle di un tempo. Ogni volta che voglio venire qua devo chiedere a mia figlia o ai miei nipoti di accompagnarmi.
"So che per loro sono un peso – prosegue avvilita – ma qua c’è mia sorella” conclude con gli occhi velati.
di Costanza Masini
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