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sabato 30 Settembre 2023
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    “Reperta Relicta”: al Museo della Festa dell’Uva di Impruneta la personale di Matteo Bartolozzi

    Dal 10 al 30 giugno: opere realizzate tra il 2021 e il 2023, scelte per approccio realizzativo e tematico, legato all’utilizzo di materiali non convenzionali

    IMPRUNETA – Dal 10 al 30 giugno: sono le date nelle quali potrete trovate la mostra personale di Matteo Bartolozzi (“Reperta Relicta”) presso il Museo della Festa dell’Uva di Impruneta, in piazza Buondelmonti.

    Gli orari: sabato 10-12 e 16-19; domenica 10-12. Per visite fuori orario basta contattare l’artista da cellulare (3332650132) o dalla sua pagina Instagram (qui).

    Matteo Bartolozzi, classe 1975, ha studiato Lettere e Filosofia e divide la sua vena creativa da autodidatta tra arte e musica.

    La sua produzione artistica è piuttosto variegata, e rielabora in chiave personale molti dei temi e degli stilemi nati con la rivoluzione informale dell’arte italiana e internazionale del dopoguerra.

    Questa mostra mette insieme una selezione di opere realizzate tra il 2021 e il 2023, scelte per approccio realizzativo e tematico, legato all’utilizzo di materiali non convenzionali.

    Al riutilizzo di oggetti quotidiani e al concetto di “reperto” come oggetto visuale carico di un bagaglio storico culturale reale o soltanto immaginato.

    Qui il lavoro di tela e pennello si è progressivamente ridotto al minimo, lasciando campo a una ricerca di mezzi espressivi alternativi: le opere sono costruite prevalentemente tramite collage e assemblaggi di oggetti “ritrovati” o “recuperati”, “Reperti e Relitti” appunto.

    Sono stati utilizzati materiali di scarto, terre, catrame, vera e propria spazzatura, ma anche documenti antichi, lettere in tempo di guerra, frammenti di oggetti nati per essere consumati o per essere conservati.

    Che trasformati in opera d’arte resisteranno un altro po’ al tempo, acquisteranno un valore che non è più materiale né commerciale, mostreranno allo spettatore attento una nuova re-esistenza.

    “E nel guardare questi paradossali reperti e relitti – dice l’artista citando De Andrè – ricorderemo ancora che non dai diamanti, ma dal letame nascono i fiori”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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