IMPRUNETA – Un'accurata riflessione che arriva a oltre tre mesi dalle elezioni amministrative imprunetine, che hanno visto il MoVimento 5 Stelle entrare per la prima volta in consiglio comunale con il suo candidato sindaco, Francesco Bianchi.
Ed è proprio Bianchi che, alla vigilia di un autunno che si annuncia davvero caldo nella sala consiliare tavarnellina, dà le sue valutazioni su questa esperienza.
"Ognuno politicamente ha il suo ruolo – inizia Bianchi – Alla maggioranza si governa e si fanno scelte, all'opposizione si fanno proposte, critiche e su temi per cui è opportuno perché reputati fondamentali, si fanno battaglie. Il posto principe ove si decide è il consiglio comunale. Dialogare e spiegare idee e progetti è la strada più auspicabile per arrivare a soluzioni condivise ma per motivi diversi alcune volte le strade si dividono".
"Fatta questa doverosa premessa – entra nel merito Bianchi – le decisioni prese in consiglio vanno applicate. Se non si e' in grado politicamente l'amministrazione si deve dimettere se non ci sono i soldi (ne le idee) il Comune va commissariato.Trovo stucchevole invece il far finta di pensare a certe cose ed invece non fare molto o addirittura distogliere l'attenzione sul problema buttando una sorta di fumo negli occhi per confondere e non convincere. Il tempo del rodaggio di questa amministrazione (se di rodaggio si può parlare) è giunto quasi al termine".
Poi spiega a cosa fa riferimento: "Mi riferisco a due temi importanti, discussi e quasi condivisi con la maggioranza: la piazza di Tavarnuzze e la sicurezza dei cittadini (furti e aggressioni). I due osservatori, che dovrebbero portare a soluzioni condivise con una possibile variante in un caso e con una reale sorveglianza e abbattimento del crimine nell'altro, che fine hanno fatto? Nessuno sa più nulla nemmeno un comunicato che spiega questo fragoroso silenzio".
"Non mi sembra – rilancia – che chi "governa" stia facendo seguito alle esigenze, alle richieste di popolazione e opposizione. Non voglio pensare che con questi due nomi "osservatorio" o "tavolo" si pensi di aver risolto il problema, andando avanti in solitudine e non affrontando il tema come deve essere affrontato. La tanto sbandierata partecipazione parte proprio dal confronto politico con chi rappresenta e con gli stessi cittadini".
"Spero di sbagliarmi – conclude Bianchi – credo quindi ci sia un piano e una successiva azione, un confronto, un'idea su cosa fare e un progetto per realizzare e che ne saremmo informati a brevissimo. Le cose possono essere portate avanti in parallelo e l'amministrazione non è composta solo dal sindaco. Concludo quindi dicendo che se gli osservatori e i successivi atti e fatti per arrivare a soluzioni condivisibili o almeno spiegate e logiche, fossero solo fumo negli occhi, allora pronti alle barricate, alla piazza e non solo: ne siamo capaci".
di Matteo Pucci
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