TAVARNUZZE (IMPRUNETA) – Quel giovedì 20 giugno è impresso a fuoco: nella sua mente e sul suo corpo. Perché sul braccio di Giusy Lo Biondo Benincasa rimarrà per sempre la cicatrice (vedi foto) di quel colpo di taglierino inferto forse per prenderle la borsa. Perché nella sua mente le botte e il terrore rimarranno per sempre.
A distanza di oltre due settimane dall'aggressione di via Montebuoni (clicca qui per leggere l'articolo), Il Gazzettino del Chianti ha chiesto a Giusy come si sentisse. Giusy che, lo ricordiamo, per una rara malattia ha problemi con la cicatrizzazione delle ferite: e quelle botte e quel sangue uscito copioso potevano portare a un esito ben peggiore.
Giusy, sono passate oltre due settimane dall'aggressione: come stai?
"Fisicamente come sempre (data la mia malattia). In più la cattiva cicatrizzazione del braccio e l'infezione mi hanno dato qualche problema. Sul viso mi si sono venute delle piccole malformazioni artereo venose, e anche quelle non vanno più via!".
Quali sono stati i momenti più difficile in questo periodo?
"Dover nascondere l'occhio e le continue sipegazioni a perfetti estranei, che mi fanno anche tantissime domande alle quali non volevo rispondere. La paura ogni sera e la ormai mancata tranquillita.. non dormo".
Hai avuto notizie dalle forze dell'ordine?
"No, mi hanno detto che mi avrebbero contattato solo in caso di sviluppi".
Hai avuto persone che ti sono state vicino? Vuoi ringraziarne qualcuna in particolare?
"Sì, la mia amica Barbara, e ovviamente tutti quelli che mi hanno fatto coraggio, anche tramite Facebook. E anche voi! del Gazzettino del Chianti".
di Matteo Pucci
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