IMPRUNETA – La storia delle pietre e degli scalpellini della collina di Montebuoni, raccontata da colui che era un prodondo conoscitore e appassionato della storia di Tavarnuzze, Urbano Meucci.
Sabato 12 novembre alle 17, nella Sala Don Binazzi (quella del Banco Fiorentino) in piazza Buondelmonti, "Antichi Mestieri del Chianti. Storie di Pietre e Scalpellini", conversazione sul libro di Urbano Meucci (Florence Art Edizioni, 2016)
Con il saluto di Alessio Calamandrei, sindaco di Impruneta. Partecipano: Giovanni Calamandrei (Associazione Amici del Museo di Impruneta e San Casciano "Marcello Possenti"), Andrea Giovannini (casa del popolo di Impruneta), Paolo Lazzerini (Auser Impruneta), Marco Mantelli (segretario Spi Cgil Lega San Casciano), Maria Pratesi (Associazione Amici del Museo di Impruneta e San Casciano "Marcello Possenti"), Laura Scalia (coordinatrice Cgil zona Chianti), Iolanda Toccafondi (segretario generale Spi Cgil Impruneta). Coordina Silvia Tozzi, direttore editoriale Florence Art Edizioni
L'incontro, promosso da Florence Art Edizioni e dallo Spi Cgil Lega Impruneta, prende spunto dal recente volume di Urbano Meucci, "Storie di pietre e scalpellini tra Montebuoni e Tavarnuzze", dedicato ad un mestiere di cui si stanno perdendo rapidamente le tracce e che sul territorio tra Montebuoni e Tavarnuzze, in uno scenario paesaggistico straordinario compreso tra Firenze e il Chianti, ha avuto le sue radici.
Stiamo parlando del mestiere dello scalpellino, documentato già alla fine del '400 e che si consolidò significativamente nel corso dei secoli e di cui ancora oggi è possibile apprezzare pregevoli manufatti.
L'incontro, a cui partecipano esponenti autorevoli di associazioni culturali e sociali assai attive sul territorio, si propone come un'occasione di riflessione a favore del recupero di luoghi e conoscenze, saperi e professionalità che hanno rivestito un ruolo importante e dai quali è ancora oggi possibile trarre insegnamenti.
di Redazione
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