IMPRUNETA – Nell’ambito della Fiera di San Luca di Impruneta si è svolta ieri, sabato 21 ottobre, presso il Loggiato del Pellegrino in piazza Buondelmonti, la performance live della lavorazione della terracotta a cura della Fornace Carbone-Wine Jars.
E’ seguita la tavola rotonda dedicata ai progetti locali di formazione nel settore ceramica e cotto e alla normativa MOCA, i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con gli alimenti (dagli utensili da cucina e da tavola a recipienti e contenitori, da macchinari per la trasformazione degli alimenti a materiali da imballaggio…).
Sono intervenute Veronica Cei (presidente CNA Chianti), Sandra Pelli, presidente dei ceramisti di CNA, Riccardo Lazzerini, sindaco Impruneta, il consigliere regionale Massimiliano Pescini e Francesca Fontanelli di Fornace Carbone-Wine Jars.
“Nel mondo del vino – racconta Massimo Carbone – si parla sempre di piu di vino naturale, e quale miglior contenitore dell’anfora, realizzata con materiale naturale e non trattato che proviene da quella terra dove nascono i nostri olivi e le nostre vigne”.
“Se vogliamo utilizzare poesia – ha ripreso – è come se il vino tornasse alla propria terra!”.
“Noi – ha concluso – da qualche anno produciamo anfore per la vinificazione e l’affinamento del vino, oggi infatti il mercato richiede prodotti artigianali e di alta qualità, come quelli che nascono con l’argilla di Impruneta”.
“L’anfora rappresenta una tradizione antica per il mondo moderno – ha fatto eco il consigliere regionale Pescini – La formazione é il futuro, partendo dal territorio è possibile prevedere la creazione di percorsi per i giovani, con il supporto delle botteghe artigiane presenti ad Impruneta”.
“La terracotta di Impruneta – ha detto il sindaco Lazzerini – rappresenta una tradizione artigianale, che qui a Impruneta si tramanda da generazioni. E che continua a essere apprezzata sia in Italia che in tutto il mondo”.
“È un esempio – ha rilanciato – di come la combinazione di competenze artigianali, materiali di alta qualità e cultura possa dare vita a opere d’arte durature e funzionali”.
“Pensiamo ad una suggestione – ha concluso – che può vedere la Fornace Agresti come il luogo ideale per l’unione di intenti (Comune, Regione, associazioni di categoria) e fare nascere una scuola del cotto”.
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