GREVE IN CHIANTI – “Arpat ha ordinato al Comune di Impruneta, in seguito alla segnalazione di un residente, di smaltire i 1.500 metri cubi di rifiuti pericolosi che si trovano ammassati da anni vicino alle case di via della Pinetina. È tutto materiale di scavo della bonifica che di avviata per la costruzione della scuola materna”.
Lo dicono i consiglieri di opposizione Chiara Innocenti, Alessandro Giovannini, Gabriele Franchi, Matteo Zoppini, Roberto Viti, Flavia Maurri.
“Il 21 dicembre 2015 – ricostruiscono i consiglieri comunali – l’amministrazione di Impruneta ha richiesto alla F.P. Spa di effettuare il piano di sminamento dell’area destinata ad accogliere il nuovo plesso scolastico ai Sassi Neri, ed ha proceduto alla consegna del terreno”.
“Nel corso del 2016 – proseguono – è stata scavata un’area di circa 1.600 metri quadri. per una profondità media di 90 cm, e una volumetria di circa 1.500 metri cubi. Il materiale di scavo ammassato a ridosso delle abitazioni della confinante lottizzazione della Pinetina in attesa di smaltimento”.
“A seguito delle analisi chimiche – raccontano ancora i consiglieri comunaliu di opposizione – effettuate a febbraio 2017 sul materiale, è emersa la presenza di nichel, cobalto e cromo a concentrazioni superiori ai limiti di legge. La caratterizzazione dell’area, chiesta dal Comune, ha evidenziato in diversi campioni di suolo la presenza dei suddetti metalli pesanti e amianto a livelli superiori alla normativa vigente”.
“Nonostante le proteste dei cittadini per il materiale ammassato vicino alle abitazioni – denunciano – le nostre critiche (minacciati addirittura di denuncia), e gli ordini del giorno presentati in consiglio comunale per affrontare il degrado della zona che si andava via via intensificando (ricordiamo la proposta, bocciata dai consiglieri di maggioranza, di una commissione tecnica ad hoc per “un nuovo progetto Sassi Neri”), niente è stato fatto dall’amministrazione in questi 5 anni”.
“A seguito di una segnalazione ad Arpat – vengono all’attualità – questa ha effettuato accertamenti ed inviato in data 29 dicembre 2021 al Comune ed alla Regione il seguente parere: a) Il materiale scavato ed addossato alle abitazioni da fine 2016, inizio 2017, deve essere considerato come “deposito incontrollato di rifiuti in quanto disatteso il tempo di deposito”. b) Viene proposto “l’adozione dei provvedimenti di cui all’art. 192 (divieto di abbandono) del d.lgs. 152/2006 per la corretta gestione del rifiuto terre da scavo depositato presso l’area in questione e comunicato alle autorità competenti le irregolarità rilevate””.
“Da sottolineare – evidenziano i consiglieri – che le irregolarità rilevate da Arpat sono da imputare al Comune, che proprio nel 2017 è rientrato in possesso dell’area ed ha revocato alla FP Spa l’incarico di costruire la nuova scuola materna lasciando marcire la situazione”.
“La normativa richiamata da Arpat – concludono – prevede lo smaltimento dei 1500 metri cubi di rifiuti pericolosi ammassati a ridosso delle abitazioni ed il ripristino dello stato dei luoghi, fatte salve le sanzioni amministrative pecuniare previste ai sensi dell’art. 255 (abbandono di rifiuti)”.
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