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venerdì 27 Giugno 2025
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    “30 km/h! I nuovi limiti di velocità fantasmagorici lungo la strada regionale Chiantigiana”

    "Ma, mi chiedo, era proprio necessario? Non bastavano gli autovelox e i trattori per ricordarci di andare piano? Serviva davvero un cartello ogni due curve?"

    Egregio direttore,

    mi permetto di prendere la penna, o meglio la tastiera, per esprimere il mio più profondo sconcerto – e, lasciatemelo dire, un pizzico di ilarità – di fronte ai nuovi, fantasmagorici limiti di velocità imposti sulla nostra amata Strada regionale Chiantigiana.

    Trenta chilometri orari in alcuni tratti! Roba da far rimpiangere i tempi in cui si viaggiava a dorso d’asino, che, con tutto il rispetto per l’animale, almeno non aveva bisogno di cartelli per rallentare.

    Ora, capisco l’esigenza di sicurezza, ma qui si esagera.

    La Chiantigiana, con le sue curve sinuose e i suoi panorami da cartolina, sembra essere stata trasformata in un circuito per monopattini elettrici o, peggio, in un set cinematografico per un remake di “Tartarughe Ninja” in versione lenta.

    Trenta all’ora? Ma siamo seri! In certi punti, dove la strada è larga e la visibilità perfetta, si potrebbe viaggiare al doppio senza scomodare né San Cristoforo né il codice della strada.

    Invece no, eccoci tutti costretti a procedere a passo di lumaca, con il rischio di essere superati da un contadino con un trattore d’epoca o da una comitiva di turisti in bicicletta.

    E qui, caro direttore, si intravede la mano di una strategia politica che sembra aver preso ispirazione dal manuale del “Rallentismo Democratico” del sindaco di Bologna, vero pioniere in materia di limiti assurdi e code interminabili.

    Sembra che il Pd abbia deciso di trasformare il Chianti in un’oasi di lentezza, dove il tempo si dilata e ogni viaggio diventa un esercizio di pazienza zen.

    Ma, mi chiedo, era proprio necessario? Non bastavano gli autovelox e i trattori per ricordarci di andare piano?

    Serviva davvero un cartello ogni due curve a ricordarci che dobbiamo quasi fermarci per contemplare il paesaggio?

    Sia chiaro, non sono un pilota di Formula 1, ma credo che un po’ di buonsenso non guasterebbe.

    La Chiantigiana è una strada che merita rispetto, non umiliazione. Alzo un calice di Chianti Classico (rigorosamente fermo, come il traffico) e chiedo alle autorità di ripensarci: alzate quei limiti, lasciateci godere la nostra strada senza trasformarci in protagonisti di una corsa al rallentatore!

    Con ironica rassegnazione.

    Michele Messina

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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