Vertine ha celebrato l’ottantesimo della Liberazione.
Il mondo è in fiamme e si accumulano continuamente lutti freschi di giornata per esseri umani che sono solo statistiche e numeri in un grande scacchiere di interessi e follie disparate.
L’eco di questi drammi giunge da Paesi vicini, ma lontani, dal rumore cupo delle esplosioni e dalla violenza che si consuma su edifici e persone.
Un eco lontano ma sempre presente in chi ha provato il suono cupo del dolore improvviso nella propria esistenza, una immensa fortuna per chi non vissuto persecuzioni, selezioni, fame e carestia da guerra.
Una giornata importante l’ottantesimo anniversario della Liberazione e in quella immane tragedia della seconda guerra mondiale, le note a margine accadute nei piccoli luoghi, rappresentano la forza del ricordo che meglio può essere spiegata alle giovani generazioni,
Fatti successi in spazi di vita quotidiana, come la storia del bambino Egisto Bruni che a 8 anni venne falciato da una raffica nazista all’ingresso della piazza di Gaiole, colpevole come può essere colpevole un fanciullo di pochi anni.
Silvia Ammavuta del gruppo “Radici in Chianti” ha raccolto testimonianze e racconti su questa vicenda e – rotta dalla commozione – Carla Bruni Piazzini (sorella di Egisto) ha raccontato quei tristi momenti.
Padre Damiano con la Messa e la benedizione del Monumento ai Caduti vertinesi nelle due Grandi Guerre, l’incisivo intervento del sindaco Michele Pescini, i bravi musicisti di tutte le età della Banda Società Filarmonica, un cielo radioso di azzurro e nuvole, panini con salame, pecorino e bicchiere di vino per gli intervenuti.
Andrea Pagliantini
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