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martedì 23 Aprile 2024
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    “Da Grassina a Firenze, prima con Ataf, oggi con Autolinee Toscane: e il servizio è peggiorato”

    "Centinaia di persone quotidianamente in balìa di autobus che transitano anche con ore di ritardo o ti passano davanti con quell'odioso... fuori servizio"

    Ho cominciato a lavorare in centro a Firenze da circa due settimane, avevo smesso di prendere i bus in maniera regolare da quando frequentavo i corsi universitari tre anni fa.

    Ho passato questo lasso di tempo prendendo solo saltuariamente i bus, non ho avuto modo prima d’ora quindi di sperimentare le diversità in termini di qualità del servizio che offriva ATAF e quello che invece oggi offre Autolinee Toscane.

    Le corse saltate, il traffico, gli scioperi (sacrosanti)… rendevano già il servizio pubblico su gomma non troppo affidabile già allora.

    Una delle ultime volte che presi un 31 direzione Firenze quando ancora il servizio era sotto la gestione precedente, ricordo di un battibecco tra una passeggera e l’autista che – profeticamente – concluse il diverbio dicendo che era meglio tenersi da parte la voglia di litigare perché “il meglio deve ancora venire, vedrà quando arrivano quelli nuovi!”.

    Quelli nuovi sono arrivati ed è un vero manicomio, quanta ragione aveva quell’autista!

    Ore ad aspettare un bus, corse saltate, orari che è come se non esistessero più… . Il servizio è decisamente peggiorato, eppure rincarano gli abbonamenti, rincarano i biglietti, le multe sono più salate.

    È paradossale soprattutto che il servizio pubblico sia così scadente dopo che abbiamo passato anni a farci sensibilizzare sulla necessità di abituarci ad utilizzarlo di più per risparmiare energia e rispettare l’ambiente.

    Ma come si fa a scegliere di usare degli autobus quando il servizio offerto è di questo tipo?

    Tanti poi, come me, non usano i mezzi pubblici per scelta, ma per necessità: studenti, lavoratori, anziani, disabili… .

    Penso a Grassina che è il mio paese: centinaia di persone quotidianamente in balìa di autobus che transitano anche con ore di ritardo o ti passano davanti con quell’odioso “fuori servizio” che campeggia in sostituzione della destinazione.

    Ci si organizza come si può, partendo prima, sta anche al buonsenso individuale partire con un giusto anticipo perché si può trovare traffico, ci può essere un ritardo… .

    Ma qui si supera il limite del tollerabile: per lavorare 3, 4 ore, se ne passano altrettante in attesa di un bus o su di esso.

    Il peggio è – almeno per quello che ho potuto sperimentare in questi giorni – il non aver modo di sapere quando si può tornare a casa.

    Arrivare in San Marco la sera, con solo la voglia di levarsi i vestiti di lavoro e mangiare qualcosa, e guardare il tabellone luminoso che magari il “tuo” bus neanche indica quando passerà.

    Siamo a 7 km di distanza da Firenze, ma la percezione che si ha da questo punto di vista, è di trovarsi in qualche zona rurale mezza spopolata; si arriva meglio e prima nel cuore di Firenze dall’alto Mugello che da qui, da un comune limitrofo, in un area che – tra Grassina, Antella e Ponte a Ema – pone una gran quantità di persone a subire questo trasporto pubblico così inaffidabile (e senza illudersi che per altrove le linee funzionino tanto meglio).

    Le lettere a Autolinee Toscane cadono nel vuoto, le lamentele fatte pervenire alle amministrazioni subiscono lo stesso triste destino.

    Il sentore è davvero di profonda delusione nel sapere che stiamo subendo un trattamento intollerabile e ingiusto, ma chi ce lo riserva evidentemente può farlo impunemente e senza alcun obbligo di adoperarsi per cambiare.

    Antonio Matteini

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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