Abbiamo appreso dal Gazzettino del Chianti che sabato 3 febbraio scorso nella Sala Margherita Hack del Comune di Greve in Chianti si è svolto l’incontro “Non esiste l’inguaribile”, organizzato dal Circolo degli Amici di Bruno Gröning.
Bruno Gröning, come dettagliatamente spiegato da chi si occupa quotidianamente di lotta alla disinformazione e alle fake news (https://www.butac.it/bruno-groning-e-la-dottrina-heilstrom/), divenne famoso nella Germania del dopoguerra per essersi promosso, nonostante non avesse alcuna formazione in campo clinico, come protagonista di una serie di guarigioni “miracolose”, non supportate da alcuna evidenza medico-scientifica, che addirittura venivano elargite in incontri pubblici e sedute comuni a cui partecipavano migliaia di persone.
Per questo motivo, peraltro, Gröning fu accusato e condannato per violazione della legge sull’abuso della professione medica.
Nonostante questi “prestigiosi” riconoscimenti, tuttavia, le teorie di Bruno Gröning godono ancora di un certo successo nel campo dei movimenti antiscientifici, anche per l’illusione che le stesse generano in persone e famiglie che si trovano in condizioni di debolezza a causa di situazioni patologiche gravi, le quali comprensibilmente possono cercare una via di miglioramento clinico anche nelle promesse miracolose di uno pseudo-guaritore.
D’altronde, nel volantino allegato alla promozione dell’evento tenutosi a Greve si legge, tra le altre cose, che “Bruno Gröning ha lasciato il sapere su come accogliere una naturale forza guaritrice, che può aiutare ogni uomo verso una guarigione duratura. Oggi come allora, in tutto il mondo, accadono guarigioni da malattie croniche decennali, ma anche da tossicodipendenza e altre dipendenze”.
Di fronte a queste sfacciate promesse, prive di qualsiasi fondamento scientifico, crediamo che sarebbe compito delle istituzioni tutelare i propri cittadini non concedendo spazi pubblici a realtà che diffondono teorie antiscientifiche e mistificatorie.
Purtroppo, a Greve è avvenuto il contrario: la sala pubblica Margherita Hack, intitolata a una prestigiosa scienziata che in vita ha fatto del rigore del metodo scientifico la bussola del proprio pensiero, è diventata per un pomeriggio luogo di illusioni e di promesse magiche.
Quel che è avvenuto è grave, ma ormai passato.
Ci auguriamo, però, che nel futuro l’amministrazione comunale attui un controllo più attento sulla concessione di spazi pubblici e che eventi come questo non trovino più posto nelle sedi istituzionali del Comune di Greve.
Leonardo Pierini – Corinna Verniani
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