Buongiorno, leggo sul vostro giornale che il Partito democratico del Chianti ha deciso di organizzare degli eventi nell’ambito dell’iniziativa #gazalastday con cui si impegna a dare voce “a un’unica richiesta: giustizia, dignità e una vera soluzione di pace”.
Leggendo queste parole non si può non essere d’accordo, se non fosse che il comunicato del Pd locale poi le smentisce.
Mi aspettavo infatti di trovare una legittima critica ad alcune decisioni del governo israeliano, ma anche una dura presa di posizione contro Hamas che prolunga intenzionalmente la guerra rifiutandosi di liberare i rapiti.
E invece niente, non se ne parla. Sarà una svista?
Allora ho riletto il comunicato alla ricerca di almeno una menzione al terribile attacco del 7 ottobre, che ha dato inizio alla guerra. Non c’è, a quanto pare si sono dimenticati anche di questo.
Mi sorge un dubbio: forse vogliono concentrarsi (sbagliando) esclusivamente sulla situazione a Gaza? Allora ci sarà senza dubbio un chiaro e pieno sostegno ai gazawi che scendono in strada ribellandosi alla dittatura di Hamas!
Sono abitanti di Gaza, vengono torturati e uccisi, il loro grido di dolore dovrebbe arrivare al mondo intero. No, il Pd chiantigiano se ne dimentica.
Forse perché da palestinesi dicono che la colpa della distruzione è da imputare ad Hamas, mandando in cortocircuito i propal nostrani.
Viene da pensare che per il Pd locale la giustizia non valga per gli ostaggi. Che la dignità non valga per i gazawi che si ribellano ad Hamas e per questo vengono massacrati.
Che la pace significhi che gli israeliani debbano subire in silenzio continui attacchi e attentati. E quindi Hamas rimarrà al potere, continuando a perseguitare e uccidere gli oppositori, i gay, gli ebrei.
Un regime che ricorda molto il nazifascismo, ma il tema della liberazione dalla dittatura forse interessa solo il 25 aprile per le celebrazioni istituzionali. L’importante è rimanere sulla cresta dell’onda mediatica, non c’è bisogno di alcun ragionamento profondo.
Comunque non è il caso di pensar male, saranno sicuramente tutte sviste e dimenticanze. O forse no?
Fausto Recupero, fondatore di Studenti per Israele
©RIPRODUZIONE RISERVATA