Più alberi = più ossigeno e meno CO2.
Non sono assolutamente un esperto in materia di clima “et similia”, tuttavia ritengo che l’urgenza più grave e prioritaria a livello globale ed ambientale, in questo momento storico, non sia costituita tanto dall’aumento in sé delle emissioni di CO2, dovuto al consumo energetico selvaggio di idrocarburi, quanto soprattutto dalla devastazione irrazionale e inarrestabile dei boschi e delle foreste, ovverosia di quelle fabbriche viventi di ossigeno che sono gli alberi.
Com’è noto anche agli alunni della primaria, per nutrirsi e sopravvivere le piante devono svolgere la fotosintesi clorofilliana, una funzione essenziale ad ogni specie vivente sul nostro pianeta.
Le foglie, grazie alla clorofilla, sono in grado di assimilare e di trattenere la luce solare e l’anidride carbonica che è presente nell’atmosfera e la utilizzano nel processo di fotosintesi, elaborando gli zuccheri indispensabili alla propria sussistenza e sprigionando l’ossigeno nell’aria.
In altri termini: più alberi e meno CO2.
Nella misura in cui viene a ridursi drasticamente la presenza (e la funzione vitale) degli alberi sulla Terra, sale la quantità di CO2 nell’atmosfera.
Per tali ragioni occorre al più presto invertire l’infausta tendenza in atto, ovvero moltiplicare la presenza preziosa degli alberi (in primis negli agglomerati urbani), anziché insistere nel disboscare… .
Si tratta di una questione di scelte e di priorità, di interessi e di volontà politica… .
Nella realtà capitalistica sono dominanti gli interessi del Capitale e la logica cinica del profitto economico e del lucro privato, e non la sopravvivenza degli alberi e delle altre creature sulla Terra.
Per rovesciare tale direzione sciagurata, è necessario sovvertire e superare storicamente il quadro capitalistico esistente.