Sono ormai annoverato fra gli “anziani”, i vecchi sono oltre gli ottanta… .
In questo periodo abbiamo avuto modo di vedere l’evolversi della situazione meteorologica e del lassismo nel non curare la piccola idrografia del territorio.
Gli acquazzoni estivi a mia memoria ci sono sempre stati e i contadini erano ben contenti perché erano forieri di rinascita dell’erba medica e dei foraggi seminati dopo la mietitura, esempio saggina e granturco che davano ottimo foraggio anche da “insilare” per la stagione invernale.
Se ne veniva più di uno, e spesso capitava, rinascevano anche i fagioli cannellini che si erano sgusciati durante la raccolta, e allora a fine settembre c’erano anche i fagiolini in erba per l’alimentazione dei contadini.
I temporali alle volte erano talmente violenti da trascinare i cumuli dei covoni di grano sistemati provvisoriamente nei campi in attesa della trebbiatura.
Però c’era anche l’opera “obbligatoria” del contadino che doveva pulire, con zappetta e pala, tutti i principali fossetti del podere; inoltre quando seminavano il grano a novembre, facevano dei solchi di traverso se il campo era in pendenza per cercare di evitare il dilavamento del campo stesso e con esso il seme del grano.
Anche gli operai Cantonieri dei Comuni e di altri enti , con la stessa zappetta e pala pulivano le fossette laterali delle strade.
Oggigiorno è cambiato certamente il modo col quale cade la pioggia, ma a maggior ragione ci sarebbe necessità di tener puliti fossetti, fossi e fogne.
Roberto Borghi
di Roberto Borghi
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