Caro direttore, vorrei anch'io approfittare di questo spazio per condividere alcuni miei pensieri su quanto visto in questa Festa dell'Uva, vinta con merito dal rione di Sant'Antonio che ha portato in piazza, anche quest'anno, una sfilata ineccepibile sotto ogni punto di vista. Chapeau.
Non si vince per caso quattro volte in cinque anni. Sarei tentato di fermarmi qui perché anche se gli annali riportano le classifiche complete, quello che rimane veramente è soltanto il vincitore e chi vive di pane e Festa dell'uva questo lo sa bene.
C'è però qualcos'altro che merita di essere menzionato, ovvero la sfilata delle Fornaci che si sono classificate al secondo posto. Sono finalmente riuscito a vederne la registrazione e confesso che mi ha emozionato.
Una sfilata coraggiosa, fuori dagli schemi consueti e forse anche per questo capace di catturare ancora di più l'attenzione dello spettatore. Uno spunto interessantissimo per dimostrare che ci sono altri modi di portare in piazza uno spettacolo, con un uso dei carri completamente diverso da quello cui siamo abituati.
Devo però osservare che a mio parere il rione rosso non si è comportato correttamente nei confronti degli altri rioni.
Il discorso iniziale sulle difficoltà in cui versa il rione ha ragione di essere soltanto se si decide di chiamarsi fuori dalla competizione, chiudendolo con la comunicazione che le Fornaci non vogliono essere classificate. Altrimenti diventa una forma un po' stucchevole di captatio benevolentiae che falsa la prospettiva e porta alcuni giurati a guardare alle Fornaci con un metro diverso rispetto agli altri rioni, come peraltro ben conferma il commento scritto di un giurato che sottolinea "Bravi nonostante le difficoltà".
Mi sarebbe piaciuto invece che gli amici Fornacini, volendo competere giustamente con gli altri, non avessero fatto menzione della loro situazione e avessero presentato il loro coraggiosissimo progetto come è ad esempio un'allegoria della Festa dell'Uva stessa, dove le difficoltà sono molte e comuni a più rioni (il Pallò è in esilio oltre la fine dell'abitato di Impruneta da 13 anni!), dove si va avanti soltanto grazie all'amore viscerale che tanti rionali hanno per questa festa, dove quelli che potrebbero (e dovrebbero!) trovare soluzioni lasciano stancamente trascorrere gli anni e le opportunità per fare qualcosa.
Il risultato finale per le Fornaci sarebbe stato diverso? Chissà, io penso di no, anche se in fondo non è così importante visto che in vetta alla classifica c'è un altro rione, ma in questo caso ben pochi (almeno fra quelli senzienti) avrebbero avuto qualcosa da obiettare e per quanto mi riguarda io gli avrei sicuramente e convintamente applauditi per il loro grande coraggio e il bellissimo spettacolo.
Voglio chiudere con un pensiero per il mio rione, il Pallò, che porta a casa sicuramente la convinzione di essere riuscito a ricreare un bel gruppo.
Forse confusionario, certamente ancora acerbo, ma capace di portare in piazza un carro che a 5 giorni dalla Festa necessitava di un lavoro ancora immane.
Un gruppo unito nell'amore per i propri colori e per la nostra tradizione, che ha portato in piazza tutta la sua grande passione.
Un gruppo che ha al suo interno tutto quello che serve per portare avanti questa nostra bellissima festa e per cercare, perché no, di vincerla ancora. Confrontandosi con i migliori a testa alta. Magari con coraggio.
Sergio Pelacchi
di Sergio Pelacchi
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