Alla vigilia delle elezioni del Consiglio Comunale di Impruneta si è tenuto l’ennesimo incontro sul nodoso tema “Scuole” del Comune.
Presenti i cinque candidati alla nomina di Primo Cittadino invitati a parlare davanti alla numerosa platea di genitori e cittadini per comunicare i programmi di massima relativi alla loro idea di “Fare Scuola” e “Costruire le nuove scuole”.
Decisamente l’ennesima conferma di quanto questo problema di risoluzione fondamentale sia rimasto solamente sulla carta.
Alle domande, precise e ben articolate, rivolte sia allo sviluppo ed al miglioramento dell’Offerta Formativa in sinergia con il Personale scolastico, che alla soluzione del problema del trasporto degli alunni alla vicina frazione di Tavarnuzze, nonché alla costruzione dei nuovi plessi, sono seguite risposte vaghe, mancanti di un concreto programma risolutivo e di idee strutturalmente valide per affrontare in modo definitivo uno degli argomenti che sta più a cuore alla popolazione Imprunetina.
Pensare che il precedente programma politico, alle lezioni del 2013, citava: “Quando le parole si traducono in azione si ottiene il risultato”.
Vediamo allora cosa è successo in questi ultimi 5 anni.
I servizi del Comune non sono stati investiti della qualità pronosticata; il coinvolgimento dei cittadini nel welfare o nel bilancio partecipato non si sono verificati; la valorizzazione degli eventi fieristici versa in piena crisi, come l’incentivazione del settore del turismo e del comparto commerciale che vede chiudere più attività di quante ne siano aperte sul territorio; il trasporto pubblico locale, già deficitario, è stato colto dal vortice del problema legato alle strutture scolastiche e, invece di assicurare ai cittadini soddisfacenti livelli di servizio, grava sui bilanci familiari quale costo per lo spostamento degli studenti delle Scuole Medie trasferiti da un giorno all’altro nel plesso di Tavarnuzze.
Le attività di volontariato continuano a basarsi, senza altro sostegno, su coloro che, grazie alla propria disponibilità, promuovono autonomamente le diverse iniziative, in particolar modo quei genitori/cittadini che hanno sentito la necessità di creare un “Comitato dei Genitori” che, se da un lato nasce come un organo di partecipazione dei genitori alla vita scolastica con l`obiettivo primario di migliorare e incrementare la comunicazione tra scuola e famiglia, dall`altro, si ritrova spesso a dover fronteggiare la situazione disastrata in cui versa l’universo Scuola di questo paese.
Proprio riguardo i servizi scolastici si dedicava particolare attenzione alla manutenzione dei plessi in modo da garantire strutture adeguate alle attività dei bambini ed alla formazione didattica. Contrariamente alle più rosee previsioni, durante l’ultimo mandato sono stati definitivamente chiusi due plessi, mentre i locali dell’Asilo Nido di Tavarnuzze sono rimasti inagibili per oltre un anno e riaperti a gennaio scorso dopo l’adeguamento strutturale richiesto.
Tutto ciò ha comportato lo spostamento fisico degli alunni in altre sedi: la Scuola Materna di Via Roma all’interno del plesso delle Elementari di Impruneta, in via provvisoria; il Nido all’interno delle Scuole Medie di Tavarnuzze; lo spostamento definitivo degli studenti delle Scuole Medie di Impruneta a Tavarnuzze, come anzi detto. La soluzione, inizialmente provvisoria, nel plesso delle Elementari di Impruneta, si protrae tuttavia da anni e sia i bambini che gli stessi docenti sono giunti al limite massimo di sopportazione.
Il Comitato dei Genitori insieme al Consiglio d’Istituto e agli Insegnanti sono intervenuti in varie occasioni per sensibilizzare l’Amministrazione Comunale rispetto alla indiscutibile necessità di costruire nuove strutture scolastiche, comunque previste da programma di mandato, poiché è ben chiaro che quotidianamente non vengono garantiti né gli spazi adeguati alla didattica, né le condizioni di abitabilità previste per il dimensionamento delle aule.
Le tempistiche della costruzione dei nuovi plessi presso lo spazio individuato nella cosiddetta “Terza Piazza” avrebbero dovuto essere:
Settembre 2017 per la Materna di Impruneta; Settembre 2018 per le Elementari.
Alla riunione di mercoledì 23 scorso sembrano essere in discussione, a questo punto, anche i progetti, elaborati e condivisi con i tecnici del Comune, i genitori, i funzionari della Regione Toscana, i docenti e gli alunni stessi, già 2 anni or sono.
Eppure i candidati sostengono che i fondi da investire nei nuovi plessi ci sono, e che nell’immediato è necessario fronteggiare l’emergenza favorendo la riapertura della struttura di Via Roma che dovrebbe accogliere in maniera temporanea i bambini della materna che troppo a lungo sono stati ospiti nell’unico plesso agibile e ristrutturato del capoluogo, ovvero la Scuola Elementare.
Allora quale è il motivo di questo lungo ritardo?
Della mancanza di risposte concrete allo sviluppo socio culturale di un paese alle porte di Firenze i cui alunni non riescono a fare visite didattiche presso i vicini musei per mancanza di disponibilità dei mezzi di trasporto e dei loro conducenti.
Un paese ricco di storia, artigianato e cultura in cui dovrebbe essere promosso il turismo alla conoscenza e all’apprezzamento del territorio e dei suoi tesori: la Basilica ed il suo museo, la lavorazione del cotto ed i suoi irripetibili manufatti della tradizione degli antichi fornaciai, i pregevoli sapori dell’olio e del vino della zona del Chianti, le feste centenarie come la Fiera del Bestiame a ottobre e la Festa dell’Uva a settembre cui gli Imprunetini sono particolarmente legati da un forte vincolo di amore.
Amore per un paese profondamente toscano, vivo nella memoria come luogo di pellegrinaggi sacri, schietto come il vino delle sue colline, ma che, in mancanza di interventi concreti, rischia di diventare una periferia dormitorio privata di ogni servizio.
Lettera firmata
di Lettera firmata
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