Cara Redazione,v a distanza di un mese dal crollo del ponte Morandi veniamo a sapere che è stato chiuso un ponte sull'Adda perché, essendo di ferro e trovandosi vecchio e senza manutenzione, si è scoperto “ora” che è completamente arrugginito. E fino a ieri? Si è arrugginito stanotte tutto d'un colpo?
Dopo i tremendi giorni del lutto e l'incredulità di chi ha viaggiato sul viadotto di Genova, e si è reso conto che solo per caso l'ha fatta franca, mi sono chiesta quale destino crudele abbia condannato a morte quarantatre persone innocenti.
E mi son data la risposta che il destino, che in sé non è né buono né cattivo, non ha stabilito la morte di nessuno: queste donne e uomini e bambini sono stati condannati da un certo numero di persone, loro sì davvero crudeli, le quali per freddo calcolo, e nel migliore dei casi per colpevole incompetenza, hanno sentenziato la vita di creature del tutto estranee alle loro spregevoli trame.
E il destino? C'entra anche lui in questo piano diabolico?
Sì, c'entra: la combriccola degli affaristi ha scritto la condanna e il destino ha scelto i nomi.
Chissà quanti si sono trovati a pensare che erano passati di lì il giorno prima, un'ora prima, un minuto prima oppure che partendo in ritardo, per un motivo o per un altro, si son salvati la vita!
Io mi sono convinta che purtroppo con il ponte Morandi non solo è crollata un'opera importantissima per la viabilità della città di Genova della regione Liguria dell'Italia intera, non solo sono state coinvolte nel crollo dell'opera stessa più di quaranta vite umane che nulla avevano a che vedere con le mancate verifiche della stabilità del ponte e dello stato effettivo degli stralli (chissà perchè non tiranti?), gente che avrebbe dovuto anche pagare il pedaggio se solo fossero stati così fortunati da arrivare all'uscita, ma che in realtà con il ponte è crollata anche la mia fiducia nelle istituzioni, nelle dichiarazioni di qualunque ente, di qualunque responsabile della cosa pubblica, di qualunque controllore, di qualunque controllato.
Dopo il crollo del ponte Morandi io mi sento di mettere in dubbio qualunque cosa ci sia stata detta, per quanto scritta e sottoscritta e firmata, e sono assalita dai dubbi più insidiosi proprio perchè ormai è venuta meno la credibilità dell'intera classe politico-finanziaria che ci amministra, sostituita dal terribile convincimento che, o per incapacità o per malafede, nessuno ormai dica più la verità in nessun campo.
Sono andata a rileggere l'articolo del Gazzettino del Chianti del 9 agosto 2017 riguardante il viadotto Bandini (1964?) che i sancascianesi non possono eludere, o di sopra o di sotto, per andare e tornare da Firenze, e ricordo che all'epoca mi ero rallegrata che ci fossero stati fatti dei lavori.
Oggi non posso fare a meno di chiedermi come siano state fatte le verifiche della stabilità e dello stato dei materiali. Con l'ingegnere ingabbiato che controlla a vista con il martelletto?
Ho sentito che sono partiti controlli più accurati ma, in ogni caso, ormai sappiamo che queste opere sono alla soglia dello sfinimento, sappiamo che praticamente non c'è manutanzione che tenga, sappiamo che o le abbattiamo noi o crollano da sole.
Inoltre qualcuno che conta si è accorto dell'aumento esponenziale degli autocarri pesanti che transitano sul raccordo Firenze-Siena? Questi mezzi escono a Impruneta e rientrano in autostrada a Valdichiana, e viceversa, per risparmiare un po' sul salasso tremendo del pedaggio.
Ma la strada regge un carico simile non previsto nel progetto iniziale?
Che fare? Non posso suggerire soluzioni perchè non le ho. Certo non spetta a me cercarle perchè io non ho accettato, e mai lo avrei fatto per la consapevolezza dell' impreparazione innanzi tutto, né la responsabilità e né il compenso per eseguire controlli o pianificazioni o programmi o risolvere problemi.
Dunque lascio il quesito a chi invece ha accettato, in nome e per conto di noi cittadini, e quindi ha il dovere di trovare le risposte giuste, ha l'obbligo di tirar fuori le sue più alte competenze e le sue migliori capacità e tutta la preparazione che necessariamente deve avere per svolgere il ruolo assunto, tenendo ben presente che è il nostro interesse che deve tutelare, non altro.
Maria Franchi
di Maria Franchi
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