spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
lunedì 10 Febbraio 2025
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    “Mezzo secolo senza Ranuccio Bianchi Bandinelli: e una storia d’amore che si perpetua alla Villa di Geggiano…”

    "A Castelnuovo Berardenga gli è intitolata la biblioteca comunale, mentre al 17 gennaio 2025, 50esimo anniversario della morte, non si prevede (purtroppo) alcun ricordo e iniziativa culturale"

    La storia d’amore fra Ranuccio e Maria, si perpetua ogni anno – dal 1924 – con i fiori di zinnia che ogni primavera esplodono nel giardino della Villa di Geggiano.

    Semi donati alla terra per la sua amata sposa, che si tramandano. Infatti i nipoti alla fine di ogni fioritura stagionale, li raccolgono, preservano, interrano a imperituro ricordo.

    Cade il cinquantesimo anniversario dalla scomparsa di una persona che era nata dalla parte giusta della storia (conte) avendo dalla sua il fatto di essere membro di una famiglia che aveva in catalogo da secoli grandi possedimenti e annoverando papi e cardinali, palazzi, sindaci e nobili personaggi.

    Nota curiosa che fra i tanti cognomi accumulati, c’è Cerretani, ovvero signori del castello di Cerreto, i cui ruderi appassionano ancora per la singolarità delle macerie rimaste.

    Persona poliedrica, grande studioso e intellettuale con studi di archeologia, con conseguenti grandi scavi, ritrovamenti, pubblicazioni, di cui ne traccia un ricordo appassionato e preciso Giulio Carlo Argan, noto critico d’arte e primo sindaco laico di Roma in epoca Repubblicana.

    Si ricorda che nel 1938 (da insigne cattedratico e perfetto conoscitore della lingua tedesca grazie alla madre slesiana) guidò la visita a Roma di due autentici bottini (uno nostrale, uno austro/germanico) come da nota poesia di Trilussa: “Roma de travertino, rifatta de cartone, saluta l’imbianchino, suo prossimo padrone”.

    Liberale di indole crociana, arriva per studio e riflessione interiore ad abbracciare una corrente di pensiero agli antipodi del liberalismo e dei littori fasci che ancora guarnivano l’esistenza e i drammi degli italiani che imparavano a viverli sulla propria pelle.

    Abbraccia il marxismo fin dal 1944 e partecipa al movimento clandestino di Liberazione.

    Negli anni Cinquanta fonda una cooperativa con i mezzadri che lavoravano le terre della sua famiglia, per poi arrivare a donare ai contadini i poderi dove lavoravano.

    Una vita non banale divisa fra studi e ricerche sul campo di archeologia (i cui testi sono ancora fra i più importanti del settore) la parte politica e culturale viste dal suo osservatorio sul mondo che era la Villa di Geggiano, nel comune di Castelnuovo Berardenga e a due passi da Siena.

    Nel 2016 è uscito un documentario di Mario Caria “L’uomo che non cambiò la storia”, a Castelnuovo Berardenga è intitolata a Ranuccio Bianchi Bandinelli la biblioteca comunale, mentre al 17 gennaio 2025, 50esimo anniversario della morte, non si prevede (purtroppo) alcun ricordo e iniziativa culturale.

    Andrea Pagliantini

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...