Calidonio è il nome del cinghiale etrusco riprodotto nel vaso Francois di Chiusi, rinvenuto nel lontano 1844.
E un suo emulo (in tanta carne più che ossa, a giudicare dall’enormità delle fatte che lascia sul terreno), si diletta in frenetici scavi superficiali, in un’area del territorio della Berardenga molto nota e importante.
Studiata dagli archeologi Matteo Cuccuini (Sapienza di Roma), Jacopo Tabolli (Università di Siena) Alvaro Tracchi, noto storico locale e narrata dal dottor Giovanni Righi Parenti: il Pian Tondo, poco sopra l’abitato di San Gusmè.
E nella parte alta del Pian Tondo, proprio un’istintiva raspata di Calidonio al terreno, riporta alla luce alcuni reperti di laterizio, la cui forma, materiale e tipo di cottura, non lasciano dubbio alcuno sulla importanza di questo sito etrusco.
La parte alta del Piano, suscettibile di pioggie e dilavamento, con le raspate di Calidonio, dimostra almeno una cosa.
Che non c’è bisogno di grandi scavatori meccanici per riportare alla luce un patrimonio di storia e conoscenza, che quella poca terra superficiale custodisce.
Andrea Pagliantini
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