spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
martedì 23 Aprile 2024
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    “Nella campagna di San Gusmè i cinghiali ormai fanno anche… gli archeologi”

    "Nella parte alta del Pian Tondo istintive raspate riportano alla luce reperti di laterizio, la cui forma, materiale e tipo di cottura, non lasciano dubbio alcuno sulla importanza di questo sito etrusco"

    Calidonio è il nome del cinghiale etrusco riprodotto nel vaso Francois di Chiusi, rinvenuto nel lontano 1844.

    E un suo emulo (in tanta carne più che ossa, a giudicare dall’enormità delle fatte che lascia sul terreno), si diletta in frenetici scavi superficiali, in un’area del territorio della Berardenga molto nota e importante.

    Studiata dagli archeologi Matteo Cuccuini (Sapienza di Roma), Jacopo Tabolli (Università di Siena) Alvaro Tracchi, noto storico locale e narrata dal dottor Giovanni Righi Parenti: il Pian Tondo, poco sopra l’abitato di San Gusmè.

    E nella parte alta del Pian Tondo, proprio un’istintiva raspata di Calidonio al terreno, riporta alla luce alcuni reperti di laterizio, la cui forma, materiale e tipo di cottura, non lasciano dubbio alcuno sulla importanza di questo sito etrusco.

    La parte alta del Piano, suscettibile di pioggie e dilavamento, con le raspate di Calidonio, dimostra almeno una cosa.

    Che non c’è bisogno di grandi scavatori meccanici per riportare alla luce un patrimonio di storia e conoscenza, che quella poca terra superficiale custodisce.

    Andrea Pagliantini

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

    Scrivi anche tu... al Gazzettino del Chianti!

    Devi segnalare un disservizio? Contattare la nostra redazione? Scrivere una lettera al direttore? Dire semplicemente la tua? Puoi farlo anzi... devi!

    Scrivici una mail a: redazione@gazzettinodelchianti.it

    Leggi anche...