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giovedì 25 Aprile 2024
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    “Nella nostra escursione lungo la Pesa la voglia di una avventura. Nessun istinto scientifico”

    Ci scrive uno degli escursionisti che hano risalito la Pesa dalla foce alla sorgente: "Contenti che questo faccia scaturire un dibattito, una discussione costruttiva"

    Spettabile redazione, sono uno degli escursionisti che ha camminato lungo il percorso della Pesa dalla foce alla sorgente (o meglio alle sorgenti).

    Con piacere rispondo alla lettera pubblicata sul Gazzettino del Chianti da Enzo Rettori.

    # “Trekking dalla foce alle sorgenti della Pesa: vorrei fare alcune precisazioni…”

    L’intento di questa piccola avventura era semplicemente quello di verificare le possibilità di tracciare un itinerario unico, che fosse in grado soprattutto di ricucire la bassa con l’alta valle.

    Con questo scopo abbiamo fatto anche un paio di ricognizioni nelle settimane precedenti per capire come aggirare alcuni problemi, come l’interruzione del percorso ciclopedonale lungo fiume tra la fattoria di Montecchio e il Molino di Botti o la necessità, in alta valle, dove la vegetazione si infittisce tantissimo sul torrente, di tracciare una via del tutto nuova che costeggiasse il greto della Pesa senza allontanarsene troppo.

    Abbiamo risolto parte di questi problemi ma ci sarebbe tantissimo lavoro da fare ancora: ad esempio, riuscire ad evitare i quasi dieci chilometri di strada asfaltata tra le frazioni di Lucarelli e La Villa, veramente impegnativi e poco sicuri per il camminatore, oltre che poco stimolanti. Sarebbe interessante riuscire a intrecciare eventuali sentieri del CAI e le varie carrarecce della zona per disegnare un itinerario che si accosti più decisamente all’alveo.

    Premesso questo, premessa l’amatorialitĂ  del gesto – scaturito anche dall’interesse crescente che il Comune di Montelupo mostra verso la nostra Pesa da qualche anno a questa parte, anche con la spinta verso un Contratto di Fiume che la tuteli dal punto di vista ambientale, culturale ma anche idrico e idrogeologico – non stupisca l’assenza totale di intenti scientifici di rilevazione cartografica, attivitĂ  per la quale nessuno di noi tre sarebbe stato comunque preparato, nĂ© dotato delle attrezzature o delle nozioni necessarie.

    Abbiamo effettivamente riscontrato la situazione disegnata dal signor Rettori: come punto “finale” del nostro percorso abbiamo preso inizialmente in prestito una posizione lasciata su Google Maps da altri escursionisti che indicavano la sorgente.

    Ma fin da subito ci è parso chiaro che in realtĂ  il primo tratto del torrente sia costituito dal sommarsi di numerosi borri che tratteggiano il crinale del Monte San Michele – tra l’altro quasi tutti in secca giĂ  dai primi di maggio – e che probabilmente è solo “a rigor di logica” che l’ultimo di questi borri prima dello scollinamento venga nominato “Pesa” (così tra l’altro è chiamato in diverse app di mappe per trekking). Non sapevamo niente invece degli altri torrenti sugli altri versanti citati da Rettori.

    Spero sia chiaro che solo con un’intenzione simbolica e in totale buona fede ci siamo orientati verso quella “sorgente”, senza interrogarsi sull’esistenza di fonti ad attestarne la veridicitĂ , soprattutto perchĂ© l’obiettivo prima di tutto era – appunto – camminare e verificare un possibile itinerario futuro.

    Siamo contenti che questo faccia scaturire un dibattito, una discussione costruttiva è sicuramente la modalità migliore per sommare varie esperienze e riportare alla luce tutte quelle tracce di vita, di geografia umana e storica che citava Enzo Rettori.

    Mirko Manetti

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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