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martedì 8 Ottobre 2024
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    “Nello stesso giorno ci sono tre differenti Feste dell’Uva: del Rionale, degli Imprunetini, della giuria…”

    Un lettore analizza l'edizione andata in scena ieri in piazza Buondelmonti: "Uno vince gli altri rosicano, ma sicuramente il prossimo anno sarà una nuova e bella battaglia"

    Interpretare una Festa dell’Uva non è una cosa facile.

    L’imprevedibilità dell’evento è spesso spiazzante e neanche chi la fa da una vita (o vive una vita per questo momento) riesce a dare un quadro di lettura esatto.

    Impossibile poi, per chi non l’ha mai vissuta, raccapezzarci qualcosa.

    Sappiamo che in un unico giorno possono esserci tre differenti Feste dell’Uva.

    Esistono infatti la Festa dell’Uva del Rionale, quella degli Imprunetini e quella della giuria.

    Nella Festa dell’Uva di un Rionale l’aspettativa che il proprio Rione vinca è altissima. Quasi sempre gli altri erano peggio e in caso di sconfitta si inneggia allo scandalo e alla ruberia subita.

    La Festa dell’Uva degli Imprunetini è basata sull’almanacco delle sfilate.

    Anni e anni di tribune, forniscono l’opinione storica della festa.

    Pur appartenendo o simpatizzando per un Rione, gli immancabili delle tribune esprimono comunque un giudizio equo sulle rappresentazioni viste ogni anno in piazza, richiamando e ricordando perfettamente quanto visto nei decenni precedenti. Il loro giudizio costituisce la classifica morale della Festa.

    Infine esiste la Festa dell’Uva dei giurati.

    È quella che fa la classifica ufficiale, quella che scrive la storia nell’albo d’oro.

    Difficilmente chi viene chiamato da fuori sa cosa aspettarsi.

    La manifestazione è unica nel suo genere ed il livello raggiunto da tutti e quattro i Rioni è davvero alto e professionale.

    Quello che Rionali e Imprunetini interpretano quasi mai corrisponde al giudizio dei giurati.

    La Festa dell’Uva 2024 offre tanti spunti di riflessione e innumerevoli indirizzi di discussione.

    Credo che un grande plauso vada fatto al rione delle Fornaci il quale per 19 lunghi anni non ha mai mollato quella passione e il sogno di riaffacciarsi al balcone con la coppa in mano.

    Negli ultimi anni è sicuramente il Rione che è cresciuto più di tutti a livello rappresentativo. La vittoria di quest’anno probabilmente rivendica il “torto” subito la scorsa edizione all’ultima scheda.

    Il rione verde si prende un inaspettato secondo posto.

    Il carro monumentale, accompagnato da un gran numero di figuranti in abiti che fanno scena, ha sicuramente impattato sulla prospettiva dei giurati. Peccato per una coreografia poco dinamica.

    Il rione di Sant’Antonio è sicuramente il grande deluso di questa edizione. Alla partenza si presentava forte delle ultime due edizioni e della certezza che a livello coreografico sono di un livello superiore.

    Anche in questa sfilata la rappresentazione coreografica lasciava presagire ad un nuovo successo.

    Eppure nel complesso anche il carro faceva la sua figura. Probabilmente la debacle è da ricercarsi nell’opulenza di rappresentazione della storia e nelle opinioni dei bianchi sicuramente anche in qualche “camiciola”.

    Chiude il rione Sante Marie, forse mai davvero al meglio nonostante buone intuizioni a livello coreografico. L’impronta di rappresentazione è forse sorpassata e non reggeva il passo con le altre.

    Ci sarebbero poi infiniti altri spunti di chiacchiere come la cabala di sfilare per quarti, … .

    La 98esima edizione va in archivio, uno vince gli altri rosicano, ma sicuramente il prossimo anno sarà una nuova e bella battaglia.

    Lettera firmata

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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