Ricomincia l’anno scolastico e si ripropone il tema dell’elezione del rappresentante di classe in tutti gli ordini di scuola, figura tanto fondamentale nelle relazioni scuola famiglia e che fa da ponte tra le necessità dei bambini e delle famiglie e la figura del docente nel suo ambito professionale. E mi si ripropone il tema del 50%+1.
Sono stata chiamata personalmente dal rappresentante della primaria per dirmi che pur avendo sbagliato le indicazioni sulla procedura da seguire per le deleghe dei bambini che prendono il pulmino, per chiarimenti mi dovevo rivolgere alla maestra direttamente perché ero in minoranza rispetto agli altri genitori che non prendendo il pulmino avevano già consegnato i documenti.
Quattro anni fa, quando eleggemmo il rappresentante avemmo una discussione simile in cui tentai di dire che il rappresentante non rappresenta solo la maggioranza ma tutti i genitori, e che, anzi, deve proprio tutelare le minoranze, dai più fragili in poi.
In quel caso la discussione verteva se si dovesse o meno far indossare ai propri figli il grembiulino il primo giorno di scuola.
L’insegnante nell’incontro preliminare ci aveva detto l’istituto lasciava la libertà ai docenti di scegliere e che potevano decidere sul da farsi anche lei personalmente sconsigliava il grembiule non per motivi ideologici, ma perché nella pratica pluriennale di maestra e madre, aveva notato che impacciava i bambini, era sempre di materiale sintetico e con elastici che tagliavano la circolazione ai polsi.
A queste cose io non avevo mai pensato, ma avendo dovuto indossare una specie di grembiulino (l’abaya) quando ero andata per lavoro in Arabia Saudita, i suoi argomenti mi parvero subito molto interessanti.
In effetti, anch’io mi ero comprata un abaya sintetica a basso costo all’inizio e poi dopo tre giorni infernali mi ero ritrovata a spendere una fortuna ai grandi magazzini di Rhyad per acquistarne una in fibra naturale.
Il rappresentante riteneva però che siccome la maggior parte dei partecipanti della chat di classe avevano invece espresso una preferenza per indossare il grembiulino tutti si dovesse iniziare a farlo.
Mi aveva telefonato per spiegarmi in democrazia la maggioranza (cioè le persone che avevano scritto qualcosa sulla chat) si era espressa ed io cercavo di spiegarle che anche la minoranza che voleva seguire le indicazioni della maestra doveva essere tutelata.
Prima di prendere una decisione per un minore che gli cambierà la vita nei prossimi cinque anni il minimo sindacabile era almeno avere una riunione, discussione e voto (preferibilmente anonimo aggiungerei) sull’argomento.
In quella telefonata avevo provato a spiegare la differenza tra demagogia e democrazia e le derive a cui porta questa visione della maggioranza assoluto, tipo nella Germania degli anni 30.
Se è vero che, agli albori della democrazia ateniese, il 50 per cento più uno poteva decidere di bandire un cittadino a loro antipatico, è anche vero che la democrazia moderna si intende come regola della maggioranza con assoluto rispetto dei diritti della minoranza. Anche se sto antipatico al 50 per cento più uno non mi puoi esiliare.
Credevo che in quattro anni si fosse resa conto che il rappresentante deve tutelare e rappresentare tutti, e invece proprio ora mi ripropone lo stesso argomento che come rappresentante il suo lavoro è quello di rappresentante solo la maggioranza.
A quel punto, io mi sono ritrovata a dirle che se continua a pensare così non la potrò più votare anche se per altre cose è bravissima.
Mi chiedo se è mai possibile che la scuola non sia riuscita ad insegnare in quattro anni cosa comporti il ruolo di rappresentate di classe?
Ma quello che mi preoccupa è che più della scuola questa pare una deriva generale di considerare la democrazia come il dominio assoluto del cinquanta per cento più uno.
Ho paura però che alla fine sia la rappresentante ad aver ragione: viviamo in un mondo in cui addirittura la scuola invece di guidare l’ideale rappresenta la parte peggiore del reale.
Ma siccome credo fermamente nel detto “pessimismo dell’intelletto e ottimismo della volontà” e conosco anche rappresentanti che anche se un sola persona à in difficolta si adoperano per aiutarla in ogni modo, ho voluto scrivere qui sperando di iniziare una discussione e riflessione in vista delle prossime elezioni.
Angela Matilde Capodivacca
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