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lunedì 2 Ottobre 2023
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    “Piazzone, lasciate vivere quei pini. Lasciate vivere i bambini in modo più… selvatico”

    "Siamo quella generazione di bambini felici, sporchi e liberi, dove non esisteva niente. E il Piazzone, sotto quei pini, era casa nostra..."

    Qualche riga dedicata ai pini del Piazzone.

    Camminando per il paese mi incrocio sempre con dei miei cari amici, una bella amicizia, purtroppo non vissuta tutti i giorni, ma qualcosa ci unisce… l’infanzia passata insieme sul Piazzone.

    Siamo quella generazione di bambini felici, sporchi e liberi, dove non esisteva niente, i giochi erano creati dalla nostra fantasia e creatività, il Piazzone ci offriva un punto di ritrovo, ci offriva due altalene di ferro arrugginite, uno scivolo alto 3 metri, una fontanella dell’ acqua sudicia dove ci bevevano cani e bambini direttamente dalla cannella (rubinetto)!

    Si facevano gare con le biciclette tutto intorno al Piazzone (20/30 bambini) con le macchine che potevano circolare (senza divieti).

    Un ghiacciolino da 200 lire dal Marranci e poi si ripartiva per mille avventure (nascondino, 4 cantoni, calcio)… .

    In questo non aver niente… in realtà avevamo tutto! Eravamo i padroni del Piazzone.

    Nostri compagni di avventura erano i pini, grandi, maestosi e bellissimi, profumati di resina, e ci donavano i loro piccoli frutti… i pinoli, dove si passava il pomeriggio a tirare “pedae” al grande tronco per fare cascare le pigne piene di pinoli.

    Una volta a terra, si aprivano con le mani le pigne, e si faceva uscire i pinoli. Poi bisognava cercare un sasso discreto, giusto, per stiacciare il guscio, dosando la giusta forza per non rovinare il pinolo fresco dentro. Anche su quello si era diventati degli esperti… .

    Quei pini ci hanno dato protezione nelle calde estati del Chianti, ci hanno salvato da colpi di sole, colpi di calore… ci hanno regalato un’ombra meravigliosa e, ripeto, profumata.

    Quel profumo che si sente nelle pinete del mare… quel profumo che rilassa e manda via lo stress… e ci fa sentire a casa… ovvero quel profumo che ci connette con la natura.

    Che ci dona un senso di piacere e protezione… .

    Tutto questo per raccontare la bellezza che si respirava a quei tempi, non c’erano paure, ansie, timori, la gente non era stressata come ora, i genitori secondo me in alcuni momenti si scordavano anche di aver fatto dei figlioli, si era lasciati a noi stessi.

    Mi ricordo le “boccate” tirate sull’altalena, lo scivolo di 3 metri che si prendeva al contrario, camminare sul muro del Piazzone, scavalcare il muro del Piazzone per andare a rubare i fichi nel campo di sotto… praticamente s’era sempre fissi nei pericoli.

    Poi si viveva il Piazzone estate e inverno, pioggia, neve, vento… sempre sotto quei maestosi pini (non potati). Abbiamo visto durante temporali cadere rami, alberi interi… . E’ sempre stato così nelle pinete.

    Io avevo sempre i ginocchi “sbucciati”, arrivavo a casa e ne “buscavo” anche dai miei genitori perché mi ero ancora riaperta i ginocchi… .

    Ora invece il bambino non può farsi male: 118, ambulanze, Meyer…. . Il bambino vive in una campana di vetro. Non riesce più a vivere una vita reale di gioie e dolori… .

    Quale è il mio appello nostalgico ma futuristico? Lasciate vivere quei pini, lasciate vivere quei bambini… nella loro selvatichezza! Un buon vivere a tutti voi.

    Lettera firmata

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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