MERCATALE (SAN CASCIANO) – Si sono svolti mercoledì 18 dicembre, nella chiesa di Mercatale, i funerali di Francesco Lotti venuto a mancare prematuramente all’età di 52 anni.
In tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto a Francesco, stimato commercialista, tanto che la chiesa non è stata sufficiente a ospitare tutte le persone. Così in molti hanno assistito alla funzione religiosa da piazza Vittorio Veneto.
Una morte improvvisa, per un malore senza scampo, di quelle che lasciano senza fiato e nello sconforto: alla quale stanno reagendo con coraggio la moglie e i due figli, oltre naturalmente alla sorella, la madre e tutti i familiari e conoscenti.
Francesco era una persona stimata per il lavoro che svolgeva con passione: aveva uno studio a Firenze e Lastra a Signa, ma riusciva a seguire anche clienti della Sambuca e Mercatale, dove risiedeva.
Era stato anche revisore dei conti del Comune di San Casciano ed era stato membro del collegio sindacale di ChiantiBanca quando era ancora Banca del Chianti Fiorentino.
Disponibile con tutti in qualsiasi momento, era pronto a dare consigli ogni qualvolta qualcuno si rivolgesse a lui.
Ma l’amore più grande era per la sua famiglia, la moglie e i due figli: "Mi chiamava tutte le mattine quando arrivavo a scuola – ci racconta il figlio minore che studia da geometra – e anche durante la ricreazione, mi aiutava a fare le lezioni quando mi trovavo in difficoltà. Era un padre premuroso e intelligente, riusciva anche a leggere tre libri per volta e addirittura aveva iniziato a scriverne uno tutto suo".
Appassionato di calcio, tifoso della Fiorentina, era stato tra i promotori della nascita del Viola Club di Mercatale. Fu lui, dopo la morte del padre, il medico Franco Lotti, a voler restaurare nell’ottobre del 1987 il tabernacolo posto all’ingresso di Mercatale, in via Grevigiana. Tabernacolo che oggi, a distanza di tanto tempo, avrebbe bisogno di un nuovo intervento.
"Il babbo – ci racconta ancora il figlio minore – ignaro di quanto gli sarebbe accaduto, poco tempo fa mi affidò l’incarico di prendermi cura del tabernacolo, tanto che avevo già interpellato un architetto. Adesso guarderò di raccogliere dei soldi per permettere così un nuovo e definitivo restauro che dedicherò a lui".
Non ci sono addobbi natalizi ic casa, sembra che il tempo si sia fermato in attesa del ritorno di Francesco.
"Siamo davvero distrutti – racconta la moglie con le lacrime agli occhi – si percepisce la sua mancanza, il suo carattere sempre scherzoso, la famiglia per lui era il bene più prezioso".
Solo l’abbraccio dei figli riesce, in parte, a tranquillizzare questa giovane donna e madre.
di Antonio Taddei
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