MONTEFIRIDOLFI (SAN CASCIANO) – Oltre trenta metri di antenna per la telefonia mobile, e in particolare per la tecnologia 5G.
In pochi giorni, appena fuori dalla frazione di Montefiridolfi (direzione Fabbrica-Campoli), si è formato il cantiere ed è stata innalzata.
Per lo sconcerto di molti residenti: l’impatto paesaggistico è oggettivo e negativo (a dir poco). Pare che l’unico suggerimento arrivato agli installatori sia di dipingerla di azzurro.
Ma la posizione è davvero infelice.Â
Se ne è parlato, anche in termini molto accesi, al recente incontro della giunta comunale con i residenti della frazione montigiana, inserito nel “tour” del gruppo di lavoro del sindaco Roberto Ciappi sul territorio.
Ma anche venerdì scorso, nell’intervista pubblica (moderata dal Gazzettino del Chianti) alla stessa giunta comunale, nell’ambito della Festa de l’UnitĂ al Parco del Poggione.
La posizione dell’amministrazione comunale sancascianese è questa: purtroppo sono scelte di infrastrutturazione strategica, sulle quali il Comune non può niente.
Certo, non è stato nascosto il fastidio nei confronti della proprietĂ del terreno su cui è stata collocata l’antenna: un minimo di confronto e di condivisione con l’amministrazione comunale stessa avrebbe potuto portare a scelte diverse.
Sull’opinione della collocazione (sia di questa a Montefiridolfi che di un’altra realizzata nel parco della Cappellina, a La Romola, in questo caso un po’ piĂą mitigata dal bosco) è stato chiaro l’assessore Ferdinando Maida: “E’ uno scempio paesaggistico, potessi la farei abbattere. Ma non è possibile”.
E’ chiaro che se ciascuno di noi vuol avere cellulari che funzionino al meglio, comunicazioni (sempre piĂą fondamentali anche dal punto di vista lavorativo) che girino al massimo, l’infrastrutturazione tecnologica è centrale.
Così come, dal punto di vista delle antenne per la telefonia mobile, è evidente che devono stare in “poggio” e non in “buca”.
Ma, rimanendo al caso di Montefiridolfi, un minimo di confronto e collaborazione in piĂą da parte di gestore e proprietĂ del terreno, avrebbe potuto probabilmente portare a una collocazione meno impattante.
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