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domenica 6 Ottobre 2024
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    Difendere gli animali dai bocconi avvelenati: primo incontro in Comune

    Gli esperti hanno raccontato gli effetti (terribili) dei veleni; le forse dell'ordine hanno fatto il punto della situazione

    SAN CASCIANO – “Difendere gli animali dai veleni e dalle spugne fritte”: al primo incontro contro il fenomeno dell'avvelenamento degli animali, svoltosi nei giorni scorsi in sala del consiglio comunale, erano presenti Enrico Loretti (direttore UFC Igiene Urbana Veterinaria USL Toscana Centro e presidente dell’Ordine Veterinari di Firenze), Paolo Bandinelli (medico veterinario), il luogotenente Giuseppe Bonocore della Stazione carabinieri di San Casciano (che ha sottolineato quanto sia il suo amore per gli animali e come, insieme ai carabinieri forestali, l'Arma lavori per la tutela degli animali stessi).

     

    E ancora Marco Ravaglia (tenente colonnello della polizia municipale), Consuelo Cavallini (assessore all’ambiente del comune di San Casciano), Samuele Agazzi (dell’ufficio ambiente del comune di San Casciano.

     

    Il dottor Loretti ha aperto l’incontro puntualizzando quanto questo fenomeno criminale colpisca (anche) gli affetti. Lo ha spiegato proiettando sullo schermo una diapositiva contenente una lettera scritta da un bambino di dodici anni, di Castellina in Chianti, al quale sono stati uccisi per avvelenamento due cani.

     

    Ha ricordato che Regione Toscana, dal 2001, ha stilato una Legge per contrastare gli avvelenamenti. Che vieta di detenere, confezionare, disperdere elementi che possono essere utilizzati come tossici. Regola anche le azioni di derattizzazione.

     

    "I casi di avvelenamento – ha ricordato Loretti – avvengono più in città, verso le colonie feline, mentre nelle zone di periferia, come può esserlo San Casciano, i più colpiti sono i cani".

     

    Il dottor Paolo Bandinelli (in foto sotto) ha portato la sua esperienza di veterinario, conosciuto da una vita e apprezzato da tantissimi sancascianesi: "Ci sono gli avvelenamenti casuali e quelli mirati. L’avvelenamento casuale avviene quando gli animali si imbattono in qualche sostanza tossica, diffusa in modo errato".

     

     

    "Gli altri – ha proseguito – purtroppo assai presenti, sono gli avvelenamenti individuali, il classico boccone buttato in giardino. Qualche anno fa ho avuto la disgrazia, in una stessa sera, di avere in ambulatorio tre cani avvelenati da stricnina".

     

    "Già fra gli anni '90 e 2000 – ha detto ancora – mi sono impegnato fortemente in una lotta serrata, preoccupandomi di fare diagnosi confermate da esami tossicologici. E non ho mai omesso di fare denuncia alla polizia provinciale, all’Asl, al sindaco, ai carabinieri. Tutto ciò mi ha portato a un’importante riduzione di casi di cani avvelenati da veleni importanti, come stricnina o cianuro".

     

    "Come sono preparate le esche avvelenate? Normalmente – ha risposto – con colli di pollo legati con lo spago, riempiti di stricnina, una sostanza di colore giallo chiaro, quasi bianca; oppure salsicce intere, leggermente aperte, inoculate di stricnina. Qualche volta ho trovato pure degli scoiattoli, molto appetibili per le volpi, riempiti di stricnina".

     

    Una vera e propria lezione quella del dottor Bandinelli, che ha parlato di tanti altri veleni mortali: metaldeide, fosfuro di zinco, veleni per topi, cianuro di potassio. Un campionario della cattiveria umana applicata… sul campo. Raccontata anche con gli effetti di ciascun veleno sull'animale: impressionanti.

     

    Poi ci sono le spugne fritte: si tratta di spugne naturali sempre più rare e costose. In quel caso non si tratta di avvelenamento ma di un danno fisico perché provocano un’occlusione importante.

     

    Marco Ravaglia, della polizia locale, ha fornito alcuni dati d’indagini fatte in collaborazione con i carabinieri forestali: "Nel 2016 c’è stato un avvelenamento su San Casciano, per cause accidentali. Inavvertitamente è stato sversato per casa del veleno per topi, che il cane ha poi mangiato: il cane è stato salvato. Un caso a San Vincenzo, nel comune di Scandicci sul confine con San Casciano, dove un cane è morto con una polpetta. Uno a Montespertoli dove il cane si è salvato. Nel 2017 un caso a Mercatale per avvelenamento di un cane durante una battuta di caccia, portato dal veterinario è stato salvato; un caso nella frazione del Ponterotto, dove erano state sparse delle polpette avvelenate con veleno da topi, il cane è stato salvato per il tempestivo intervento del veterinario. Nel 2018 a Tavarnelle è stato scoperto e denunciato l’autore che aveva sparso come esche delle spugne fritte, un caso nella frazione di San Pancrazio dove un cane ha trovato del veleno anti lumaca all’interno di un giardino privato, il cane si è salvato per la tempestività del soccorso".

     

    "Nel 2019 – ha concluso – per adesso abbiamo avuto due casi: a Mercatale, dove un cane ha subito un avvelenamento da pesticidi in un’area agricola, in questo caso sono in corso degli accertamenti; mentre l’ultimo caso a febbraio, a Cerbaia, dove sono state individuate in un pancale di legno delle polpette, le abbiamo sequestrate e inviato un campione all’Istituto di analisi, ma al momento non abbiamo i risultati".

     

    Infine, l’assessore all’ambiente Consuelo Cavallini ha annunciato che è in fase di allestimento un’area attrezzata per cani al Parco de La Botte.

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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