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lunedì 2 Dicembre 2024
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    Calamandrei (FdI): “Il Pd presenta mozioni contro manovra di bilancio del Governo. Fa solo perdere tempo”

    "Piuttosto, visto il malcontento manifestato da tanti cittadini, avrebbero dovuto  presentato una mozione per lamentarsi dell’aumento della TARI..."

    SAN CASCIANO – La legge di bilancio è passata con 200 voti a favore, 113 contrari e 3 astenuti ed ora è in attesa di approvazione a dicembre. Per portarla all’approvazione definitiva, ci lavora sia chi governa che le opposizioni, come il PD, ed infatti sono stati presentati ben 4.500 emendamenti da vagliare. Il Pd con la lista Volpe, ha presentato una mozione per chiedere di “attivarsi, anche congiuntamente ad altri Comuni, alla Città metropolitana e alla Regione, attuando tutte le azioni dimostrative ed operative che saranno ritenute necessarie”, un ennesimo tentativo di  boicottare questo governo e far perdere tempo prezioso al consiglio comunale sancascianese”.

    A dirlo è Francesca Calamandrei, capogruppo consiliare di FdI a San Casciano: “A noi risulta che già in tutta Italia sono proclamati scioperi affinché il governo ascolti i bisogni di tutti i cittadini e tutte le categorie per vagliare al meglio gli emendamenti proposti. Noi del gruppo di Fratelli d’Italia ci siamo sentite in dovere di rispondere, per portare a conoscenza i cittadini alcune  cose fatte in questi due anni dal Governo Meloni  e che dovevano essere integrate come premesse per meglio comprendere  la legge di bilancio, che  tanto contestano ma che ricordiamo, ancora deve essere definita e approvata”.

    “Sulla sanità – inizia Calamandrei – ci sono fondi mai visti in precedenza. Partiamo da cosa avete fatto voi l’attuale opposizione, il Pd: nel dicembre 2021 votò una legge di bilancio che programmava 128,06 miliardi di spesa sanitaria per il 2024 con una parziale correzione che portò la somma a 128,87 miliardi per il 2024 e 129,52 per il 2025. In quell’occasione, nessuno protestò. Il Governo Meloni invece, ha stanziato 134,02 miliardi per il 2024 e 135,39 per il 2025, con un aumento delle risorse pari a 5,15 miliardi per l’anno corrente e 5,87 miliardi per l’anno prossimo. Si tratta di oltre 11 miliardi in più investiti nel SSN”.

    “Se l’attuale livello di finanziamento mette in pericolo il SSN – prosegue la consigliera comunale – che sarebbe successo senza gli ulteriori 11 miliardi messi a disposizione dal Governo rispetto a quelli che aveva previsto il governo di sinistra? Ma ora protestano… . Oltre alle misure di carattere strettamente economico, il Governo sta intervenendo anche per arginare la grave carenza di medici, con il disegno di legge per superare il numero chiuso per le facoltà di medicina, che ha tenuto tanti giovani lontani dalla professione per la quale si sentivano portati e creato vuoti nelle corsie degli ospedali”.

    “Attaccano tanto le pensioni minime – continua Calamandrei – dicendo che per il 2025 è previsto un aumento di solo 3 euro ma osservando il passato, si nota un’evoluzione significativa. Con il governi Conte I e Conte II, le pensioni minime dopo tre manovre finanziarie sono passate da circa 507 a 515. Poi con il governo Draghi, le minime salirono a 524,34 euro mensili,  soglia eredita dal governo Meloni che immediatamente con la sua prima legge di Bilancio, ha innalzato le pensioni minime a 563,74 euro e l’anno successivo, grazie alla rivalutazione e all’aumento straordinario, la cifra è salita a 614,7 euro al mese, cioè 90 euro in più e ora avete il coraggio di contestare che nel 2025 è prevista un aumento di pochi euro”.

    “E’ stato doveroso aggiungere – rimarca – vista la giornata dedicata alla violenza sulle donne, che è grazie al governo Meloni il potenziamento del codice rosso, 10 miliardi per il reddito di libertà ora strutturale e  20mld per il finanziamento del piano anti violenza per un tot di 55 milioni, importo più alto di sempre. Ricordiamo anche il ddl contro la violenza sulle donne del 2023, il tasso occupazione femminile 53,5%, doppio record perché abbiamo ora più di 10milioni di donne occupate, bonus per le madri lavoratrici, bonus asili nido”.

    “Abbiamo fatto notare – sono ancora parole della capogruppo FdI – che nella nota integrativa di bilancio di previsione comunale 2025/2027, che andrà al voto in consiglio a dicembre, nella premessa, si legge che il  bilancio “avviene in un contesto di incertezza a causa della perdurante crisi geopolitica(…)”. Noi allora ci chiediamo, la crisi vale solo per il bilancio del nostro Comune e non per il Governo? E ancora ammettono che “Per quanto riguarda la dinamica inflattiva si stima che per il 2025 il Tasso di inflazione programmato (TIP) mantenga il trend in diminuzione rispetto al passato”. E’ bene spiegare ai cittadini che il tasso di inflazione programmata (TIP) è uno strumento introdotto in Italia negli anni ’80 per mitigare l’inflazione stabilendo nel DEF una sorta di “tasso di inflazione ideale” da raggiungere. Tale tasso è usato principalmente come riferimento per gli adeguamenti salariali del personale contrattualizzato (e quindi, di riflesso, anche di quello non contrattualizzato) e per l’aggiornamento delle tasse e tariffe della pubblica amministrazione. Se il TIF scende e serve per l’aggiornamento anche delle tasse, perché a  dicembre invece nel bilancio preventivo del Comune si legge di aumenti  delle imposte comunali?”.

    “E’ vero che il Governo – rilancia – nella legge di bilancio 2025, ha previsto nuove misure a carico degli Enti locali. E’ vero anche che il governo ha fatto di tutto per non aumentare le tasse, invece la nostra amministrazione addebita tali somme ai cittadini con ulteriori aumenti di imposte comunali, come l’IMU e la TARI, che già sono fra le più alte rispetto ad altri comuni. Ma non fanno cenno delle entrate grazie ai fondi del PNRR, ottenuti grazie alla gestione del Governo Meloni e che per compensare potrebbero anche pensare alla ⁠riduzione degli sprechi e ottimizzazione della spesa o alla ⁠valorizzazione immediata del patrimonio comunale per aumentare il turismo e le entrare derivanti. L’aumento delle imposte comunali è una scorciatoia poco lungimirante, mentre è possibile puntare su una gestione più efficiente e innovativa delle risorse senza gravare ulteriormente sui cittadini”.

    “Siamo stati criticati – ribadisce – per aver sottolineato più volte che, pur riconoscendo l’importanza di temi come la geopolitica e la politica nazionale, essi non possono essere considerati prioritari rispetto alle esigenze dirette dei cittadini. Come gruppo FdI, riteniamo fondamentale proporre azioni concrete che rispondano ai bisogni reali della comunità, Invitiamo dunque a riportare l’attenzione su interventi pratici e utili per il territorio. E noi abbiamo risposto a tali critiche, affermando che non è questo che vogliono i nostri cittadini, che oramai non si occupano più dell’amministrazione comunale perché non sono questi gli argomenti che vogliono ascoltare nei consigli”.

    “Visto il malcontento manifestato da tanti cittadini – punzecchia Calamandrei – avrebbero dovuto  presentato una mozione per lamentarsi dell’ aumento della TARI, ma non lo hanno fatto visto che il governo Meloni, non c’entra niente. Questi aumenti sono causasti da un amministrazione di sinistra , che negli anni passati ha  fatto buttare via soldi come per l’inceneritore di Testi o il compostaggio del Ponterotto,  ambedue inutilizzati ma che  oggi paghiamo ancora noi tutti ! Chiedete a loro quanto sono costate queste opere pubbliche ad oggi inutili…”

    “Invece se si propone – evidenzia – come abbiamo già fatto, mozioni per aumentare la presenza dei cittadini ai consigli, cercando di coinvolgerli di più, o si propone di attingere a fondi del ministero del turismo per aumentare le zone camper e implementare il turismo o di intervenire a migliorare la situazione viabilità e illuminazione dei sancancianesi che abitano dalla zona Chisci a tutta la zona Colle d’Agnola, viene tutto bocciato dicendo che è già nel loro programma e che ci penseranno loro. Benissimo allora, ma che lo facciano in fretta perché le tasse a noi le aumentano da subito!”.

    “Per non dire che alle interrogazioni sui problemi di cantieri mal gestiti – conclude – come avvenuto alla Romola e adesso a Montefiridolfi, la risposta è all’incirca sempre la stessa: le ditte si comportano male, non aggiornano i cartelli di segnalazione, ma non ci si può fare nulla perché sennò i lavori rischiano di saltare. Vediamo invece se chi di competenza agisce subito, se invece di essere un lavoro pubblico, a gestire male il cantiere è un privato…”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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