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mercoledì 3 Settembre 2025
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    Campagna olearia 2024, primi bilanci: la parola all’esperto. Francesco Giachi ci spiega clima, rese, qualità, prezzi…

    Mercatalino, commerciante di olio con grande esperienza, con lui facciamo una valutazione sia produttiva che commerciale su un'annata che ha avuto particolarità da non sottovalutare

    MERCATALE (SAN CASCIANO) – Arrivati (quasi) al termine della stagione di raccolta delle olive, facciamo un resoconto della campagna olearia 2024 insieme a un grande esperto del nostro territorio: il commerciante di olio, Francesco Giachi.

    Insieme a lui abbiamo fatto un approfondimento completo, a 360 gradi: sulla qualità dell’olio e sulla resa delle olive, sul prezzo al chilo e sugli effetti del cambiamento climatico, per una panoramica su un prodotto che rappresenta un’eccellenza del nostro territorio.

     Com’è la qualità dell’olio quest’anno e perché c’è la totale assenza di mosca?

    “Per l’annata corrente la qualità dell’olio è molto alta. Le olive sono arrivate sane al momento della raccolta e l’attacco della mosca è stato pressoché inesistente. La mosca ha comunque colpito le olive in fase di maturazione, ma per il troppo caldo secco (e quindi l’assenza di umidità) non ha potuto completare il suo ciclo e perciò le olive sono rimaste praticamente intatte, favorendo l’uscita di un ottimo olio”.

    In termini di resa, com’è andata nel corso delle settimane?

    “Inizialmente siamo partiti molto bassi. Per via dell’accumulo di acqua dovuto alle numerose piogge recenti l’oliva risultava pesante e, quindi, dava una resa di basso livello, intorno al 6-7%. Man mano che la raccolta procedeva e che le olive perdevano la percentuale di acqua presente al loro interno, la resa aumentava fino a toccare, nelle ultime settimane, picchi di 13-13,5%. In media comunque c’è stata una resa abbastanza bassa”.

    Nonostante l’ottima qualità e la bassa resa, il costo è comunque buono. Come mai questo prezzo?

    “Il prezzo dell’olio 100% italiano quest’anno si aggira su per giù intorno ai 13 euro al chilo. Risulta quindi essere rimasto sugli standard dello scorso anno. Sempre a livello nazionale, inizialmente si trovava un costo maggiore, ma piano piano, complice anche l’aumento delle rese, si è abbassato fino a raggiungere quella quota. Anche per l’IGP Toscano siamo intorno ai 12-13 euro al chilo, mentre per quanto riguarda la DOP del Chianti Classico, ancora non abbiamo dei dati certi; li avremo a gennaio 2025”.

    A fronte di quanto detto finora e dei vari cambiamenti che riscontriamo negli anni, quanto impatta il cambiamento climatico sulla coltivazione dell’olivo e sulla conseguente produzione dell’olio?

    “L’olivo è una pianta che ha origine nei paese che si trovano lungo le coste del Mediterraneo. Per questo motivo predilige climi caldi e soffre particolarmente il freddo e soprattutto le gelate tardive. La produzione, in termini di quantità, ne risente se i fiori non allegano, nel momento della fioritura della pianta, per qualche particolare ragione come il troppo caldo o l’assenza completa di pioggia. Per adesso il cambiamento climatico non ha inciso più di tanto sotto questo aspetto ma, soprattutto quest’anno, lo ha fatto sull’epoca di raccolta. Le alte temperature hanno permesso alle olive di arrivare a maturazione molto presto, tant’è che sulla costa la raccolta è iniziata a metà settembre. E anche da noi è stata anticipata rispetto alla consuetudine”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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