SAN CASCIANO – "Ci siamo sentiti di fare un approfondimento per svolgere il servizio per il quale i cittadini ci hanno eletto".
Francesco Volpe e Maria Rosaria Malatesta, consiglieri comunali di Cittadini per San Casciano, si sono messi a studiare le bollette di Publiacqua. E le somme corrisposte per il canone di depurazione.
Arrivando a una conclusione: "Le somme acquisite dal gestore, a titolo di “tariffa depurazione” ex lege 13/2009, o “tariffa D2” dal 31-01-2016 al 4-10-2016 devono essere rimborsate da Publiacqua agli utenti che ne hanno diritto".
"Circa due mesi fa – dicono Volpe e Malatesta – abbiamo ricevuto gli estratti di due sentenze, da parte di un'associazione toscana, che assiste gli utenti del servizio idrico nelle vertenze con i gestori dell'acqua ed aveva apprezzato nel 2014 il nostro lavoro in difesa dei diritti degli utenti cittadini".
"Il primo estratto – ricostruiscono – riguardava la sentenza del Giudice di Pace di Pistoia n.830/2017 che accogliendo il ricorso di un utente locale, ha fissato una efficacia retroattiva decennale per le azioni legali tese al recupero di somme sborsate indebitamente al gestore idrico. Il secondo era l'estratto di una sentenza della Corte di Cassazione, la n.25112/15 del 30-1-2016, che ha finalmente dichiarato l'illegittimità dell'art.14 della legge n.36/94 (legge Galli)".
"La Corte – proseguono – riprendendo il dettato della sentenza n.335/2008 della Corte Costituzionale si è definitivamente pronunciata, a favore del cittadino utente: in effetti l'imposizione all'utente dell'obbligo del pagamento della quota riferita al servizio di depurazione anche in mancanza della controprestazione, è “irragionevole”; già vari giudici in passato, avevano rilevato l'illegittimità delle pretese del Gestore Idrico, poiché “la tariffa del S.I.I. rappresenta il corrispettivo di una prestazione commerciale che, anche se determinato nel suo ammontare in base alla legge, trova fonte non in un atto autoritativo, bensì nel contratto di utenza”. Non ci risulta che Publiacqua abbia dato notizia, nel proprio sito internet, della sentenza della Cassazione".
"Questa sentenza – sottolineano – invalida infatti il contenuto dell'art. 8/sexies c.1, primo e secondo periodo, della legge 13/2009, poiché non è più dovuta dall'utente la componente di tariffa che trovava giustificazione nel dettato dell'articolo 14 legge 36/94, finalmente dichiarato illegittimo con la sentenza sopraindicata del 30-01-2016".
"Di conseguenza – riprendono – le somme acquisite dal gestore, a titolo di “tariffa depurazione” ex lege 13/2009, o “tariffa D2” dal 31-01-2016 al 4-10-2016 devono essere rimborsate da Publiacqua agli utenti che ne hanno diritto; per questo la A.I.T. ha poi variato le tariffe idriche con la delibera 29 del 5-10-2016 adeguandosi, pur in ritardo, alla sentenza 25112/15 della Cassazione ( nel 2016 la quota depurazione ex lege 13/09 era di euro 0,546928/mc). A titolo informativo comunichiamo ai cittadini che nel consiglio comunale di giovedì 27 settembre è stato precisato che il depuratore sarà realizzato in località Ponterotto, entro il 2020".
"E' stato inoltre accertato – rilanciano Volpe e Malatesta – che la Convenzione di affidamento del Servizio Idrico Integrato con Publiacqua S.p.A. decorre dal 25 ottobre 2010 (data rilevante); ciò significa che Publiacqua, contravvenendo al disposto dell'art.8/sexies c.1, secondo periodo, ha percepito una quota parte di depurazione che non le competeva ; dovrà quindi rimborsare , agli aventi diritto, anche le somme dal 1-01-2010 al 24-10-2010, percepite indebitamente; al 1 gennaio 2010 la quota depurazione ex lege 13/2009 era fissata ad euro 0,30/mc".
"Gli utenti – concludono – potranno richiedere, tramite raccomandata a. r., il rimborso delle somme, relative ai due periodi sopra indicati, chiedendo direttamente al gestore il ricalcolo delle stesse, con interessi e quant'altro spetta loro. Sperando di aver dato informazioni importanti ai nostri concittadini, precisiamo che ogni utente dovrà agire in proprio per il recupero delle somme a lui spettanti".
di Redazione
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