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venerdì 29 Marzo 2024
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    Alloggi ri-assegnati da poco ad alcuni profughi. Ma all’esterno regnano la sporcizia e l’erba alta

    MERCATALE (SAN CASCIANO) – La casa di via Sonnino, a Mercatale, dove vha abitato fino alla sua morte (il 22 febbraio 1988) Pietro Pacciani, dopo un periodo di transito di vari ospiti è rimasta a lungo vuota.

     

    Adesso sono nuovamente ospitati altri profughi: nessuna occupazione come siamo stati abituati a leggere e vedere in televisione nelle ultime settimane; ma i due appartamenti divisi dal giardino sono tornati ad accogliere alcuni profughi.

     

    Due appartamenti, uno dei tre e uno di due stanze, concessi in affitto dai familiari del Pacciani all’Arci come centro di prima accoglienza per profughi per conto della Farnesina e le Nazioni Unite.

     

    Da alcune settimane vi alloggiano, come detto, alcuni profughi: e se l’interno è decoroso, nessuno ha pensato a ripulire gli ambienti esterni. Come l’orto-giardino invaso da una colonia di felini ed erbacce, con un po’ di preoccupazione per i confinanti.

     

    "Questa estate abbiamo visto anche delle serpi – racconta una vicina – I gatti qui hanno trovato il loro “paradiso”; tra l’altro nell’erba deve esserci anche un gatto morto, tanto è il cattivo odore che si sente".

     

    "Da mesi – continua – sono appesi anche un paio di pantaloni lasciati da chi vi abitava prima di questi ultimi. Io non ce l’ho con nessuno, né con le persone né con questi animali (anch’io ho una gatta), ma adesso cominciano a essere davvero troppi. E se poi nessuno pensa a tenere pulito la situazione degenera".

     

    Un altro vicino ci dice che gli assistenti sociali più volte avrebbero invitato gli ospiti a tenere pulito, "ma nessuno ancora ha provveduto – dice ancora – Stanno al telefono anche per ore, cosa ci vorrebbe a riordinare e mantenere pulito? Stanno tutto il giorno senza fare niente!".

     

    Chiediamo il permesso di entrare in quella che era l’abitazione di Pietro Pacciani: troviamo un giovane pachistano che ci accoglie con un sorriso scusandosi se non parla bene l’italiano.

     

    Anche lui ci fa capire che i gatti nell’orto sono davvero tanti, circa quindici, ma allarga le braccia come per dire cosa ci posso fare?

     

    Gli chiediamo in quanti vi abitano: loro sono in tre, mentre di fronte vi abitano altre due persone. Proviamo anche a chiedergli se è stato informato di chi per anni ha abitato in quella casa, ma non sa niente.

     

    Meglio così: inutile stare a spiegare che quella casa è stata al centro della cronaca per tanti anni; e sicuramente con tutti i problemi che hanno… non gli interesserebbe.

     

    Certo è che effettivamente potrebbero accudire e tenere il posto più pulito: sia per loro stessi che per il buon vivere del vicinato.

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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