Ha lasciato temporaneamente Casa Machiavelli a Sant’Andrea in Percussina per trasferirsi a Roma e far parte della mostra che celebra “Il Principe” a 500 anni dalla sua stesura.
La cassapanca in legno del quindicesimo secolo, appartenuta alla famiglia Machiavelli, come testimonia lo stemma che riporta sul suo fronte, è esposta da qualche giorno a Roma, tra le sale del Complesso del Vittoriano dove trova spazio una mostra di alto profilo culturale: “Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. 1513-2013”.
Costituita da manoscritti, documenti, manufatti, opere d’arte, l’esposizione mette in risalto il valore e il significato de “Il Principe”, primo trattato di scienza politica in senso moderno, come punto di riferimento per la cultura europea.
L’iniziativa è promossa dall’Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani e Aspen Institute Italia ed è curata da Alessandro Campi in collaborazione con Marco Pizzo, sotto la direzione e il coordinamento di Alessandro Nicosia. L’esposizione è stata organizzata nell’ambito delle celebrazioni del quinto centenario della composizione del trattato steso dall’intellettuale fiorentino a Sant’Andrea in Percussina nel 1513.
“La presenza di un oggetto così prezioso – è il commento del sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini – che appartiene alla storia del nostro territorio, nella affascinante mostra di Roma ci rende felici, e testimonia il legame di Machiavelli con i luoghi che abitiamo. E’ un orgoglio e una responsabilità”
Il cassone è conservato nella Casa Museo Machiavelli, oggi proprietà del Gruppo Italiano Vini di Sant’Andrea in Percussina (San Casciano Val di Pesa) nella stanza in cui l’ex segretario della Repubblica fiorentina si dedicò allo studio dei testi antichi e scrisse “Il Principe” quando non si occupava del podere paterno.
Momenti del quotidiano che Machiavelli descrisse nella nota lettera a Francesco Vettori il 10 dicembre 1513: “Venuta la sera, mi ritorno in casa et entro nel mio scrittoio, et in su l’uscio mi spoglio quella veste cotidiana piena di fango e di loto et mi metto panni reali et curiali et rivestito con decentemente,entro nelle antique corti degli antiqui uomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo, che solum è mio, et che io nacqui per lui”.
di Redazione
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