SAN CASCIANO – La cena-ritrovo è andata in scena venerdì 8 novembre scorso presso Villa Borromeo, a San Casciano: a ritrovarsi decine e decine di sancascianesi "classe" 1973, ovvero coloro che quest'anno hanno tagliato (o taglieranno nelle prossime settimane) la soglia dei quaranta.
Un ingresso, quello negli "anta", che spesso è un po' da… metabolizzare. E cosa c'è di meglio se non un bel ritrovo fra tanti coetanei che, negli anni, pur essendo nati in un paese come San Casciano (che non è ovviamente New York), si sono un po' persi di vista… .
Gente che ha iniziato a frequentarsi all'asilo, poi alle elementari, alle medie. Qualcuno anche alle superiori. Poi la vita che prende strade diverse: alcuni che si tengono in contatto mentre di altri, fisiologicamente, si perdono un po' le tracce.
Fino a un venerdì sera di novembre, a un ritrovo che ha mischiato allegria e nostalgia. Del resto chi è nato nel 1973, così come tutte le generazioni pre-cellulare e pre-internet, ha avuto un'infanzia e un'adolescenza che hanno un sapore speciale.
Quello del telefono a gettoni (o al massimo quello grigio con la "ruzzola", unico per tutti in casa, magari nell'ingresso), delle sorprese nelle merendine del Mulino Bianco, degli ultimi lampi dei 45 giri e del passaggio alle musicassette (con l'avvento del fantasmagorico walkman) fino, da più grandi, ai primi cd.
E poi le videocassette, l'ascesa della tv commerciale (Bim Bum Bam, Ok il prezzo è giusto, Drive In, Il pranzo è servito… potremmo proseguire delle ore). I ritrovi nei circoli, davanti al juke box, senza prima essersi sentiti né su Facebook, né su Whatsapp: tanto si sapeva che qualcuno lo si sarebbe trovato.
Il passaggio al motorino? Voleva dire Ciao, Fifty, Vespa. Gli scooter erano roba ancora lontana. Per i maschi il calcio non era certo quello delle pay tv o del campo di calcetto fissato per un'ora: ma quello delle partite nei piazzali sgombri di auto e dei Novantesimo Minuto.
Di questo e di tanto altro hanno parlato l'8 novembre scorso: celebrando un ingresso negli "anta" che, vissuto insieme, fa meno… effetto.
di Matteo Pucci
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