CERBAIA (SAN CASCIANO) – A Cerbaia il giorno dopo il drammatico omicidio-suicidio di martedì 14 gennaio (clicca qui per leggere l'articolo), in via Volterrana 25 la vita sembra scorrere regolarmente.
Ma basta spostarsi nei negozi o nel bar di via Empolese che tutti si pongono la stessa identica domanda: "Cosa può essere successo nella testa di Massimo Magazzini per scatenare una tragedia del genere?".
In tanti conoscevano la mamma 83enne, Lina (a Cerbaia abitano anche alcuni parenti), ma in pochissimi ricordano quel figlio unico, Massimo, che preferiva frequentare le periferie che il paese dove risiedeva.
Abbiamo provato a sentire i vicini di casa del vecchio palazzo dove abitavano ed ecco cosa ci ha detto una coinquilina: "Erano delle gran brave persone. Più volte, insieme a Lina, quando il tempo lo permetteva andavamo a fare delle passeggiate lungo la Pesa".
Le chiediamo se la donna le avesse mai confidato, durante queste camminate, qualcosa che la potesse turbare: "Mai – risponde subito – Apparentemente era tranquillissima".
"Era molto riservato – dice riferendosi invece al figlio, a Massimo – Andava via la mattina e faceva rientro per l’ora di cena, una persona educata".
I due colpi di fucile che hanno posto fine alle loro vite pare siano stati sparati attorno alle 10 della mattina del 14 gennaio (la scoperta è poi avvenuta attorno alle 17, quando una signora che andava a fare una puntura a Lina ha trovato i corpi).
"Ho sentito dei colpi – dice la vicina di casa – ma non ho pensato a spari di fucile; ero nel cortile a tendere i panni, tanto che ho pensato che fosse stata la mia gatta a buttare giù per terra una sedia".
"Erano circa le 10 – conferma – Intorno alle 17 ho sentito gridare per le scale, mi sono affacciata alla porta e ho visto la cognata di Lina. Ho pensato che fosse caduta in casa visto che, essendo anziani. può capitare. E invece era successo quello che nessuno poteva immaginare".
Lina e Massimo vivevano al civico 25 di via Volterrana da circa dieci anni: "Prima – dice la signora – abitavano come casieri in una villa tra Montagnana e San Vincenzo a Torri. Gente perbene, poverini. Dicono che è un attimo, come accendere un fiammifero, chissà…".
L’appartamento per il momento è ancora sotto sequestro: adesso si attendono gli esami dell’autopsia poi, i funerali.
di Antonio Taddei
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