SAN CASCIANO-POGGIBONSI – Dal 12 settembre la Comas Srl ha lasciato la sua sede storica di via Gentilino, nella zona artigianale del Bardella, trasferendosi in una nuova realtà a Poggibonsi, in via Toscana.
All’inaugurazione, oltre al sindaco di Poggibonsi David Bussagli, era presente anche il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini: segno di un trasloco fisiologico e non traumatico.
Abbiamo incontrato nella nuova sede Franco Cappelli, presidente e amministrato delegato dell’azienda.
Presidente, la scelta di trasferirsi da San Casciano era inevitabile?
"Lo stabilimento di San Casciano fu preso nel 1980 e da allora era rimasto sempre lo stesso. Ormai non era più congruo per sviluppare l’attività, aggiungerei che forse la scelta doveva essere già stata fatta circa dieci anni fa. A San Casciano avevamo 500 metri quadri coperti e qui siamo su 2.500 metri quadri".
Lei è il titolare dell’azienda da quando?
"Due anni: Amedeo Garzi, che oggi continua a fare parte dello staff, è l’inventore della Comas insieme a un altro sancascianese prematuramente scomparso, Piero Saccardi. Io ho rilevato le quote di Amedeo e il 90% delle quote di Alessandro e adesso sono rimasto come amministratore unico, mentre Alessandro è rimasto in società come direttore commerciale con una piccola partecipazione".
La vostra produzione in cosa consiste?
"Costruiamo macchine di riempimento e tappatura per la farmaceutica e la cosmetica. La nostra particolarità è che lavoriamo solo liquidi e affini, ciò vuol dire che non costruiamo macchine per corpi solidi e polveri, rimanendo l’unica azienda italiana specializzata nel fare questo".
I vostri mercati di riferimento?
"Il 70% all’estero, dove abbiamo agenti sparsi nel mondo".
Quante sono le persone impiegate oggi?
"Venti persone, per la grande maggioranza sancascianesi, oltre a personale di Certaldo, Castelfiorentino ed Empoli".
Ha dichiarato che avete cercato di non allontanarvi con l’azienda da San Casciano senza successo…
"Per diversi mesi abbiamo cercato soluzioni diverse, come nella zona del Bargino, Sambuca, ma non siamo riusciti a trovare niente che fosse adatto al nostro tipo di lavoro. Anche il sindaco ha cercato di aiutarci a trovare soluzioni per non lasciare San Casciano, poi purtroppo alla fine non siamo riusciti a trovare altra soluzione che spostarsi a Poggibonsi".
"Questa azienda – ci dice ancora Capelli – è nata in un garage-sottoscala da persone semplici, artigiani, e oggi è un’industria all’avanguardia: Comas sta per Costruzione Macchine Speciali, già nel nome c’era la volontà dei fondatori. Volontà che ha consentito di svilupparsi e vendere oltre milleduecento macchine sparse in tutto il mondo e che ancora oggi stiamo realizzando e vendendo".
di Antonio Taddei
© RIPRODUZIONE RISERVATA