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venerdì 29 Marzo 2024
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    Erba di San Giovanni, “erba della paura”: curiosità e leggende di un’erba antidepressiva

    Una pianta officinale conosciuta fin dall’antichità per le sue eccezionali proprietà. Ne parliamo con Iuliana, erborista di San Casciano

    SAN CASCIANO – L’iperico è una pianta molto comune nel Chianti e in tutto il resto d’Italia. Il suo nome più comune è “erba di San Giovanni” ma è anche chiamata “erba della paura” o “scacciadiavoli”.

    Questa pianta è conosciuta da millenni per le sue importanti proprietà officinali, tanto che anche Ippocrate ne decantò i suoi effetti miracolosi.

    In tempi non così tanto remoti, ai bambini che soffrivano di disturbi del sonno e incubi notturni, si era soliti far fare un bagno prolungato nell’acqua calda con l’aggiunta di fiori e foglie di iperico.

    Cresce un po’ dappertutto nei nostri campi e ai bordi dei boschi, nei terreni asciutti. I suoi fiori sono giallo intenso e le foglie piccole e allungate sembrano bucherellate.

    Siamo andati a trovare Iuliana Teutschel, erborista di San Casciano ed esperta di piante officinali, per saperne di più.

    “Il nome “erba di San Giovanni” – ci racconta Iuliana – deriva dal fatto che, proprio nei giorni legati alla festività religiosa di San Giovanni, il 24 di giugno, la fioritura è al suo massimo. Gli altri nomi, “erba della paura” e “scacciadiavoli”, derivano dalle sue importanti qualità sedative, antidepressive e ansiolitiche”.

    Iuliana Teutschel

    “E’ un’erba molto conosciuta – prosegue – e usata nella medicina tradizionale e popolare per le sue numerose proprietà fitoterapiche e curative”.

    “In modo particolare – ci spiega Iuliana – viene usata per disturbi legati alla stanchezza, all’ansia, all’inappetenza, ai disturbi dell’umore e del sonno”.

    “E’ un leggero antidepressivo – dice ancora – e un rimedio naturale per alleviare i problemi legati alla stagionalità, ai cambiamenti ormonali e alla menopausa”.

    “Inoltre è un antisettico, antibiotico e antivirale naturale e si usa per lesioni, lividi, ustioni del corpo derivati anche da scottature ed eritemi solari tipici di questa stagione”.

    “La tradizione vuole – dice Iuliana – che proprio in questi giorni di giugno ci si dedichi alla raccolta della pianta e dei suoi fiori gialli. Si può essiccare per farne infusi, si può distillare per farne olio essenziale oppure usare le infiorescenze per farne un eccezionale “oleolito” per il corpo”.

    “I principi attivi, tra cui l’ipericina – conclude Iuliana – sono presenti in quantità nei fiori e nelle foglie. E’ importante dunque usare questa pianta con molta cautela e chiedere sempre informazioni e consigli al proprio medico o erborista di fiducia prima di improvvisare terapie autosomministrate”

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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